In una pagina dello Zibaldone (3140, 5-11 agosto 1823), così si esprime Leopardi a proposito della poesia omerica, per lui vera, insuperata poesia: “…cagiona nell’animo de’ lettori una tempesta, un impeto, un quasi gorgogliamento di passioni che lascia durevoli vestigi di se, e in cui principalmente consiste il diletto che si riceve dalla poesia, la quale ci dee sommamente muovere e agitare , e non già lasciar l’animo nostro in riposo e in calma”. Quali parole, da parte del “contemplativo” autore dell’Infinito! Ad esse a suo tempo mi sono ispirato nell’affrontare la tematica diciamo così dei “cuori infranti”; nell’intento, per l’appunto, di non annoiare il lettore.
Così ha visto la luce una breve lirica che, nei primi anni Novanta, è stato un mio cavallo di battaglia durante le rassegne letterarie anteriori all’irruzione odierna dei blog; lirica letta o ascoltata da grandi poeti che non ci sono più: Amelia Rosselli, Paolo Volponi ed altri.
La propongo qui di seguito come ricetta per sorridere insieme delle nostre piccole, grandi sventure sentimentali:
CUORE (per la persona amata)
lasciarlo marinare in poco
sale sgrassando bene
la sua fede:
ridotto in pipistrello,
appenderlo all’attesa…
servirlo ancora
caldo, in salsa
menestrello.
Andrea Mariotti, 1986, lirica inclusa in Lungo il crinale, Bastogi Editrice Italiana, 1998.
…………
Sempre a proposito dei “cuori infranti”, ecco due quartine tratte dal Piccolo canzoniere in quarta rima, sezione antologizzata in Gamantea, 2006, Ibiskos Editrice Risolo, e poi inclusa nella silloge successiva a Lungo il crinale:
III
io trentanove di febbre, la pancia
in preda a spasmi violenti; tu in cambio
raffreddata…ti bacìo sulla guancia
e buonanotte, egregio il nostro scambio.
V
a Napoli si ammira il DISINGANNO,
nella Cappella Sansevero; e quanto
l’alto marmo mi ha spinto al sacrosanto
rigetto del tuo giogo, o crudo affanno!
Andrea Mariotti, poesie scritte e pubblicate nel 2006, poi incluse in Spento di sirena l’urlo, 2007, Ibiskos Editrice Risolo.