A trentacinque anni esatti dalla scomparsa di Giorgio Caproni, non si può non prendere atto del valore persistente e attualissimo della sua poesia, sempre più amata per pungente musicalità e limpidissima profondità. Del grande Livornese, è dolce rileggere oggi questi suoi famosi versi, dedicati alla moglie Rina e tratti dalla sua silloge forse più memorabile, e cioè IL MURO DELLA TERRA del 1975:
ARALDICA
Amore, com’è ferito
il secolo, e come siamo soli
-tu, io- nel grigiore
che non ha nome. Finito
è il tempo dell’usignolo
e del leone. Il blasone
è infranto. Il liocorno
orma non ha lasciato
sul suolo: l’OMBRA, è in cuore.
GIORGIO CAPRONI