A QUARANTANOVE ANNI DALLA TRAGICA MORTE DEL POETA

AL PRINCIPE

 

Se torna il sole, se discende la sera,

se la notte ha un sapore di notti future,

se un pomeriggio di pioggia sembra tornare

da tempi troppo amati e mai avuti del tutto,

io non sono più felice, né di goderne né di soffrirne:

non sento più, davanti a me, tutta la vita…

Per essere poeti, bisogna avere molto tempo:

ore e ore di solitudine sono il solo modo

perché si formi qualcosa, che è forza, abbandono,

vizio, libertà, per dare stile al caos.

Io tempo ormai ne ho poco: per colpa della morte

che viene avanti, al tramonto della gioventù.

Ma per colpa anche di questo nostro mondo umano,

che ai poveri toglie il pane, ai poeti la pace.

 

 

PIER PAOLO PASOLINI da “Umiliato e offeso” 1958, Epigrammi”,

in LA RELIGIONE DEL MIO TEMPO, 1961.

 

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