A VENT’ANNI DALLA SCOMPARSA DI GIOVANNI RABONI

 

Stare coi morti, preferire i morti

ai vivi, che indecenza! Acqua passata.

Vedo che adesso più nessuno fiata

per spiegarci gli osceni rischi e torti

 

dell’assenza, adesso che è sprofondata

la storia… E così adesso tocca a noi, ci importi

tanto o quel tanto, siano fiochi o forti

i mesti richiami dell’ostinata

 

coscienza, alzare questa poca voce

contro il silenzio infinitesimale

a contestare l’infinito, atroce

 

scempio dell’esistente… (Al capitale

forse è questo che puo’ restare in gola,

l’osso senza carne della parola.)

 

 

 

GIOVANNI RABONI, da “QUARE TRISTIS”

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