Interessante evento, quello di ieri pomeriggio presso il Laboratorio Stefano Arata della Sapienza Università di Roma, per il fitto dialogo letterario fra Antonella Anedda (“Tutte le poesie”, Garzanti 2023) e Novella Bellucci (“Una vita con Leopardi. Ovvero il perché delle cose”, Marcianum Press 2023). Un sentito ringraziamento va da parte mia proprio a Novella Bellucci, per aver ricordato nel suo libro la mia lettura interiore (e cioè a memoria) e da Lei voluta, del canto LA GINESTRA, a conclusione della giornata inaugurale, presso la Sapienza, del “Laboratorio Leopardi” (20 febbraio 2015): “La sala era piena di studiosi giovani e anziani, di studenti, di leopardiani. La luce bassa, un silenzio assoluto, la percezione, condivisa, di partecipare a un evento sacro. Quella poesia parlava per noi, era la nostra preghiera al mondo”.
Andrea Mariotti
Quello che altrove ho detto sugli effetti della luce, o degli oggetti visibili, in riguardo all’idea
dell’infinito, si deve applicare parimente al suono, al canto, a tutto ciò che [1928] spetta
all’udito. È piacevole per se stesso, cioè non per altro, se non per un’idea vaga ed indefinita che
desta, un canto (il più spregevole) udito da lungi, o che paia lontano senza esserlo, o che si vada
appoco appoco allontanando, e divenendo insensibile; o anche viceversa (ma meno), o che sia
così lontano, in apparenza o in verità, che l’orecchio e l’idea quasi lo perda nella vastità degli
spazi; un suono qualunque confuso, massime se ciò è per la lontananza; un canto udito in modo
che non si veda il luogo da cui parte; un canto che risuoni per le volte di una stanza ecc. dove
voi non vi troviate però dentro; (16 ottobre 1821, dallo Zibaldone).
L’evocato suono che giunge, emanazione di uno spazio interiore o armonia musicale sillabata; ricordo dell’infanzia mai obliato. La “vastità” di Leopardi , l’attitudine a contenere le molte cose, nominarle donando loro una forma sinestetica, sublima ogni spazio e rende possibile il prodigio dell’in-cantamento.
Una breve condivisione con lo studioso leopardiano e poeta, Andrea Mariotti, ringraziandolo per la segnalazione dell’evento alla Sapienza di Roma del 7 dicembre u.s.
Ringrazio Marina Petrillo, poetessa e pittrice di grande spessore, per questa quanto mai appropriata citazione dalla ZIBALDONE del grande Recanatese.
A.M.