Un nugolo impressionante di storni, sabato scorso nel pomeriggio sopra la mia testa, trovandomi nel quartiere romano dell’Eur…poi uno smemorato vento di tramontana, con la sua secca purezza, a portare il primo freddo autunnale. Sicché mi sono ricordato d’una mia vecchia poesia in tema che qui ripropongo:
Con aria tersa è venuto novembre,
a discacciare il tuo bene sincero.
Io levriero perdente.
Quali gemme i tramonti
di Ognissanti e dei Morti!
dai Lucrètili monti, un pipistrello
ardente ho visto in cielo:
il cuspidato, roccioso Velino.
Bello come un bambino, all’imbrunire.
La quiete che precede la tempesta!
scrosci di pioggia e sabbia
tormentano il mio cuore.
Osservo il divenire.
Frenetiche moschee
fan gli storni, degli alberi di Roma:
sporcizia mi trasforma,
virtù di azoto e fosforo nel guano.
Andrea Mariotti, poesia del 2001 tratta dalla silloge “Spento di sirena l’urlo”, Ibiskos Editrice Risolo, 2007.
Ho letto con piacere, Andrea, i tuoi versi composti in una magica immersione nella natura. Visioni di leggerezza e dolenti note dell’animo rendono la composizione agile, suggestiva, coinvolgente. Mi hanno richiamato alla memoria la poesia ”Sole di novembre” della raccolta “Il grande mistero” di Tomas Transtromer -poeta svedese- premio Nobel per la letteratura 2011. Complimenti vivissimi.
Ti ringrazio, Fiorella per tue parole di apprezzamento con un caro saluto.