“Preferite, fra i mesi neutri, l’aprile o il settembre”?
“Il settembre: E’ più femminino, più discreto, più misterioso. Pare una primavera veduta in sogno. Tutte le piante, perdendo lentamente la forza, perdono anche qualche parte della loro realtà. Guardate il mare, là giù. Non dà imagine d’un’atmosfera piuttosto che d’una massa d’acqua? Mai, come nel settembre, le alleanze del cielo e del mare sono mistiche e profonde. E la terra? Non so perché, guardando un paese, di questo tempo, penso sempre a una bella donna che abbia partorito e che si riposi in un letto bianco, sorridendo d’un sorriso attonito, pallido, inestinguibile. E’un’impressione giusta? C’è qualche cosa dello stupore e della beatitudine puerperale in una campagna di settembre”.
(Andrea Sperelli in risposta alla domanda di Donna Maria Ferres; dal romanzo “IL PIACERE” di Gabriele D’Annunzio; nei “Meridiani”, Mondadori, 1988, a cura di Annamaria Andreoli, edizione diretta da Ezio Raimondi)
La tua citazione, Andrea, tratta dal romanzo ”Il piacere” di Gabriele D’Annunzio -di notevole interesse ed attualita’- mi riporta ai bellissimi versi della lirica “I pastori” del poeta abruzzese che ben si addicono a questi giorni di fine estate nel tono malinconico dell’autunno incipiente e nel linguaggio “piano e dimesso per dare un peso più incantato di sogno appunto, alla sua nostalgia” (Getto-Portinari).