“Lungi dal proprio ramo,/ povera foglia frale,/ dove vai tu? Dal faggio / là dove io nacqui, mi divise il vento./ Esso, tornando a volo / dal bosco alla campagna,/ dalla valle mi porta alla montagna,/ Seco perpetuamente / vo pellegrina, e tutto l’altro ignoro./ Vo dove ogni altra cosa,/ dove naturalmente / va la foglia di rosa,/ e la foglia d’alloro”. (“Imitazione” di G. Leopardi -Recanati-1818). I versi leopardiani in questa lirica ad imitazione de “La Feuille” di Antoine Vincent Arnault acquistano a mio avviso -nel sottolineare la fragilità umana e la ineludibile caducità dell’esistenza- particolare risonanza in un momento, come quello che stiamo vivendo, di inquietanti interrogativi sull’oscuro destino dell’uomo.
Fiorella D’Ambrosio