Sentire dentro l’animo Dante…ma andiamo con ordine. Nell’inverno appena trascorso ho seguito intensamente la “lectura Dantis” dell’INFERNO da parte di Vittorio Gassman, per la regia di Rubino Rubini (DVD diffusi nel 2005). Già in precedenza avevo avuto occasione di lodare tale lettura, condotta dal grande attore pochi anni prima della morte senza divistiche smanie, bensì con misura e profonda intelligenza del sacro poema; al di là, lo confesso, di quanto mi sarei potuto aspettare. Bene. Il suggestivo scenario del canto terzo dell’INFERNO letto (interiormente, ossia a memoria) da Gassman è quello che si vede nella foto da me scattata, e cioè il “Ponte della Mola” (Acquedotto “Anio Vetus”) nel territorio di San Gregorio da Sassola (non troppo distante da Tivoli). Effettivamente non si sarebbe potuto scegliere nulla di meglio alle spalle del grande attore -mi sono detto oggi- intento a esprimere lo smarrimento di Dante al cospetto della porta dell’Inferno! Al suggestivo ponte si giunge per uno stradello che costituisce il tratto finale di un sentiero con partenza dal borgo di San Vittorino; e detto stradello è noto come “selciatella”, per diversi metri di basolato romano. Forte è stata oggi l’emozione allorché improvvisamente è apparso il ponte nascosto fino all’ultimo dalla vegetazione; in splendido “opus reticulatum” e grandi blocchi di tufo: senza un cartello ad indicarlo, in piena e coerente sciatteria che ci vede maestri, qui nel Belpaese… “E a questi marmi/ venne spesso Vittorio ad ispirarsi”: di tali grandi versi foscoliani mi sono rammentato oggi, considerando che anche in altri canti dell’INFERNO si ammira il “Ponte della Mola” alle spalle di Gassman.
Andrea Mariotti