Dico la verità: avrei preferito non sapere del reddito di cittadinanza riconosciuto a suo tempo alle famiglie di coloro che hanno barbaramente ucciso Willy. Delinquenti che ostentavano il lusso da poveri indigenti sotto gli occhi di tutti, come condimento delle loro bestiali bravate ben conosciute dalle forze dell’ordine, prima della recente tragedia. Davvero una notizia del genere spinge il senso d’ indignazione oltre il livello di guardia, giacché a questo punto tutte le persone perbene dovrebbero costituirsi parte civile non soltanto verso i colpevoli, ma anche nei confronti di coloro che avrebbero dovuto vigilare; impedendo di fatto che i nostri soldi potessero foraggiare malviventi di tale portata. Venuto a conoscenza della suddetta notizia, ho ripensato più attentamente alla nuda e agghiacciante evidenza dei fatti: il pestaggio mortale è avvenuto a Colleferro in prossimità di una caserma dell’Arma. E questo ci dice molto sui criminali in questione, i quali si ritenevano per l’ appunto intoccabili, all’ interno di una bolla omertosa inconciliabile con uno Stato di Diritto. Nel ribadire malgrado ciò come tutti i cittadini onesti fiducia verso l’autorità giudiziaria e le forze dell’ordine, non posso non pensare con profonda amarezza e dolore a questo prezioso ragazzo che non c’è più, venuto a morire in un vero e proprio deserto fatto di ignoranza, epica della sopraffazione a quanto pare tollerata, per non dire di peggio. La morte di Willy rimane una atrocità che fa vacillare di brutto le basi di una civile convivenza, senza della quale non si va da nessuna parte, questo il punto. E mi permetto di aggiungere che non se ne può più del solito pentolone di misfatti scoperchiato quando è troppo tardi, rimedio sintomatico tipo aspirina per tenerci buoni, giusto il tempo di dimenticare da parte nostra, confidando nell’ italica smemoratezza a prova di bomba.
Andrea Mariotti