Vale davvero la pena di leggerla da parte di chi ama la musica del Kantor di Lipsia, la Piccola cronaca di Anna Magdalena Bach (Passigli Editori). Ritenuto a più riprese un testo apocrifo ma oggi con molti ragionevoli dubbi, esso in effetti fa sentire al lettore l’uomo, quell’uomo capace forse come nessun altro musicista di creare armonie in cui il severo rigore è tutt’uno con i lampi della più poetica fantasia. Io devo confessare di essermi commosso, al racconto delle ultime ore di Johann Sebastian fatto per l’appunto da Anna Magdalena, seconda moglie del compositore e più giovane di lui di quindici anni. Bach infatti, che aveva sempre goduto di ottima salute, nel 1749 cominciò ad accusare un pesante indebolimento della vista: due sciagurate operazioni, compiute da un celebrato medico inglese di passaggio a Lipsia, lo portarono alla cecità completa. La forte fibra di Johann Sebastian cedette all’improvviso, e il Kantor fu costretto al letto, consapevole della fine imminente (luglio del 1750). E proprio sul letto di morte dettò al genero il famoso corale incompiuto Vor deinen Thron tret ich (BWV 668), ossia “Davanti al tuo trono mi presento, o Signore”. Lo sto ascoltando ripetutamente da ieri avvicinandomi con umiltà ad una musica che già proviene da altri mondi, senza retorica alcuna. La grana di questa musica è vicina, nella sua celestialità, al celeberrimo mottetto Ave verum corpus K 618 di W.A.Mozart , scritto dal Salisburghese nel giugno del 1791 (dunque qualche mese prima della sua morte). Ma, naturalmente, tornando al succitato corale bachiano, ecco che siamo al cospetto di una severità compositiva che induce a pensare agli irraggiungibili, vertiginosi e oscuri archi a sesto acuto di una cattedrale gotica alta come nessun’ altra mai.
Ho riascoltato con grande emozione questa sera, Andrea, il corale incompiuto di Bach “Vor deinen Thron tret ich (BWV 668), vero e proprio monumento musicale per la profondità creativa, l’armonia e la dolcezza di una commossa preghiera. ”Lo scopo e la ragione finale di tutta la musica altro non è che la gloria di Dio” (Johann Sebastian Bach).
Credo, Fiorella, che in un momento di grande incertezza da tutti percepito in profondità come l’attuale, la musica di Bach rappresenti un dono preziosissimo e impareggiabile in termini d’armonia e ricchezza spirituale.