Sarà pure ingenuo e anacronistico da parte mia, ma forse non l’ho pensato soltanto io in questi giorni di sofferenza globale per la pandemia da corona virus. In breve: cosa dire dei grandi speculatori delle Borse che di questi tempi si stanno arricchendo a dismisura, nello scommettere sulle disgrazie delle varie popolazioni? E’ possibile tollerare ciò, attualmente, sul piano etico? L’altro giorno, ascoltando la radio, ho saputo dell’investimento diciamo così politico ad opera della Cina qui in Italia, nel momento stesso in cui ci stiamo avvalendo della preziosa esperienza di chi è riuscito a domare il flagello. E, fin qui, con realismo, ho pensato all’inevitabile rafforzamento del Dragone nel mondo quale conseguenza dei fatti sotto gli occhi di tutti. Ma dei “ribassisti” e loro compari dei mercati finanziari vogliamo per l’appunto parlare? Com’è possibile che il turbocapitalismo (così com’è stato chiamato negli ultimi decenni) continui imperterrito per la propria strada nel momento in cui tutti avvertiamo che il mondo uscirà inevitabilmente cambiato da questa durissima esperienza, essendo già stata messa in conto, innanzitutto, una lista di milioni e milioni di disoccupati ovunque? Si è fermato perfino il calcio, riflettiamo, vero e proprio oppio dei popoli! perché dunque non si dovrebbero fermare questi sciacalli arroganti e impuniti che con un ordine di vendita ancora condizionano, anzi ricattano paesi sull’orlo del disastro sanitario, quello italiano in primis? Si dirà che sono un ingenuo e passi, ma in un momento grave come l’attuale a livello globale, l’amor d’utopia si rafforza in senso solidaristico, fiuta l’aria che cambia, sogna con più vigore il corpo rovesciato del Buon Senso rimesso coi piedi per terra a camminare; finanche il bravo Enrico Mentana (tanto per fare un esempio) che non termini il suo telegiornale col rosario dei listini delle varie Borse. Non mi rimane che dare la parola a Giacomo Leopardi, a questo punto…(A/M):

 

Così fatti pensieri

quando fien, come fur, palesi al volgo,

e quell’orror che primo

contra l’empia natura

strinse i mortali in social catena,

fia ricondotto in parte

da verace saper, l’onesto e il retto

conversar cittadino,

e giustizia e pietade, altra radice

avranno allor che non superbe fole,

ove fondata probità del volgo

così star suole in piede

quale star può quel ch’ha in error la sede”

 

LA GINESTRA (vv.145-157)

 

 

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