VISOSSA
Essere ossa
ossario
sasso e calvario
rimorso,
e spezzarsi
scrostarsi
perdersi
nel fondo di un mare
nell’intarsio di un viso
di un sogno
o di una paura.
Essere occhi sottesi
all’egemonia del cervello
a cui si obbedisce
senza sapere perché
sospesi
nell’argine del cambiamento
e rispondere a neuroni
intime connessioni umane
che creano emozioni
depositando immagini
sul fondo della retina:
così si agitano cellule e ricordi.
Bocca, dove le parole stanno
come foglie su un ramo in attesa
geometrie allineate in uno spazio
che si concentra nell’orecchio
e diventa suono.
Il corpo urta contro il tempo
fino a esaurirsi nel silenzio,
nel vuoto di un respiro
nel dolore di una distanza.
Questo volto è enigma,
profili, lacrime, angoli.
Ma è ciò che non si vede
che lo riempie e lo illumina
a rivelare cose risvegliate
poesia inedita di Monica Martinelli
…colpisce di questa poesia soprattutto in prima strofe la forza plastica e reiterata degli infiniti più che sostantivati, è il caso di dire: a radicare i versi nella pagina, riscattandoli da una mera funzione illustrativa a fronte del suggestivo dipinto di Claudio Gagliardini che si vede in foto (esposto al “Polmone Pulsante” di Roma per il “Festival delle Arti-Apollo, Euterpe, Tersicore e le altre” dal 4 al 10 maggio). Di una qualità quasi chirurgica dello stile della poetessa in effetti qui bisognerebbe parlare (così come lo si era già apprezzato nell’ultima sua silloge L’abitudine degli occhi, Passigli Poesia, 2015); sideralmente lontano dal canto dolciastro e iperbolico e ancorato piuttosto ad una fenomenologia dello smarrimento in cui “si agitano cellule e ricordi”. Il fascino di questi versi consiste in ultimo nell’esprimere con lessico risentito l’attrito dell’esistenza, di ogni enigmatica esistenza dinanzi ai nostri occhi.
Andrea Mariotti
Caro Andrea, ti ringrazio molto per la pubblicazione della mia poesia scritta per questo suggestivo dipinto di Claudio Gagliardini. Molto centrato e affettuoso il tuo commento. Hai perfettamente capito lo spirito della poesia che infatti non voleva essere una semplice illustrazione di un’opera peraltro abbastanza complessa, ma volevo infatti evidenziare i turbamenti e l’enigmaticità dell’esistenza per svilupparne un percorso rivelativo.
Grazie mille, saluti
Monica
Mi ha fatto piacere proporre questa tua poesia, cara Monica, notevole davvero nel suo eloquio fermo e semanticamente denso. Un saluto affettuoso a te
A.