SUPPLICA A MIA MADRE

 

E’ difficile dire con parole di figlio

ciò a cui nel cuore ben poco assomiglio.

 

Tu sei la sola al mondo che sa, del mio cuore,

ciò che è stato sempre, prima d’ogni altro amore.

 

Per questo devo dirti ciò ch’è orrendo conoscere:

è dentro la tua grazia che nasce la mia angoscia.

 

Sei insostituibile. Per questo è dannata

alla solitudine la vita che mi hai data.

 

E non voglio esser solo. Ho un’infinita fame

d’amore, dell’amore di corpi senza anima.

 

Perché l’anima è in te, sei tu, ma tu

sei mia madre e il tuo amore è la mia schiavitù:

 

ho passato l’infanzia schiavo di questo senso

alto, irrimediabile, di un impegno immenso.

 

Era l’unico modo per sentire la vita,

l’unica tinta, l’unica forma: ora è finita.

 

Sopravviviamo: ed è la confusione

di una vita rinata fuori dalla ragione.

 

Ti supplico, ah, ti supplico: non voler morire.

Sono qui, solo, con te, in un futuro aprile

 

 

PIER PAOLO PASOLINI, DA POESIA IN FORMA DI ROSA

 

 

2 commenti su “

  1. Fiorella D'Ambrosio

    Nella bellissima “Supplica a mia madre”(da Poesia in forma di rosa), Pier Paolo Pasolini esprime in uno spasmodico crescendo la sua incontrollata angoscia esistenziale attraverso l’elemento autobiografico: la confessione dello “straziante” amore per la madre e la percezione dell’infelicita’ della vita, tema ricorrente -quest’ultimo- nella produzione artistica del poeta: si pensi alla lirica “Il glicine” (da”La religione del mio tempo”) in cui il rifiorire del glicine in primavera offre soltanto una” gioia dolorosa” di fronte alla decadenza dell’io, alla sua desolazione nel sentirsi separato e impotente rispetto ad una realtà sociale che muta e profana il mondo. Grazie, Andrea, per averci dato il piacere di ricordare il grande Pasolini.

  2. andreamariotti Autore articolo

    Grazie a te, Fiorella, per questo significativo commento…in tutta evidenza Pasolini va ricordato (e non celebrato!) non soltanto nelle date della sua nascita e soprattutto della sua tragica morte, considerando la forza della sua opera attualissima.

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