Note letterarie
Non si può disconoscere lo stretto legame che c’è tra la piu’ importante poesia italiana del Novecento (soprattutto Ungaretti e Montale) e la produzione più innovativa di poeti stranieri, quali Paul Ambroise Valery, Ezra Pound, Thomas S..Eliot. A cominciare da Valery, va sottolineato che per lui, la poesia è un gioco, una “Festa dell’intelletto”, in cui nulla è casuale, nulla è irrazionale. La realtà è linguaggio allusivo, misterioso; rappresentazione di vicende interiori, di idee. E’ astratta tensione spirituale e metafisica in cui la parola si fa musica, diventa ritmo, il ritmo che crea la magia delle immagini (quel ritmo e quella musica, essenziali alla comprensione dei testi ungarettiani!).
“…Bel cielo, vero cielo, guardami, cambio! / Dopo tanto orgoglio, dopo tanta strana/ oziosità, ma piena di potere, / io mi abbandono al luccicante spazio…(Valery: “Opere poetiche”). Anche Ezra Pound afferma che la lingua poetica dev’essere “linguaggio carico di significato al massimo grado possibile”, in cui il ritmo riveste grande importanza, essendo la poesia strettamente legata alla musica. Nei “Cantos”, poema epico-lirico, l’opera più nota di Ezra Pound, colpisce il variare continuo di registro linguistico e stilistico, di ritmo e di tono.”…Spento il sole, ombra sull’oceano…/sovra tessuta nebbia fitta, mai strale/ di sole la trafigge,/ né rotando alle stelle, né tornando dal cielo,/ notte fosca…” (da “I Cantos”). Simbolismo sottile e visibile afflato lirico caratterizzano la scrittura poetica di Thomas Stearns Eliot unitamente alla riflessione critica e all’uso del correlativo oggettivo utilizzato dal Montale delle “Occasioni”. Nei “Poemetti”, come nei “Quattro quartetti”, Eliot rappresenta la condizione desolata dell’uomo moderno, la sua ansia di riscatto e di liberazione (temi cari ai nostri poeti del Novecento) che si traduce spesso in anelito religioso e nella possibilità di elevazione attraverso un percorso spirituale. Il tessuto lirico è fatto di immagini, di trapassi di toni (nostalgico, ironico, quotidiano), di citazioni, che rappresentano i cardini del discorso poetico…”Nell’ora violetta, quando gli occhi e la schiena/si levano dallo scrittoio, quando il motore umano attende/ come un tassì che pulsa nell’attesa…” (da “La terra desolata”). Vorrei concludere questa mia breve nota affermando che la letteratura novecentesca europea -compresa quella italiana- intessuta di comune attenzione sulla vicenda esistenziale (in particolare l’esplorazione dell’inconscio), rappresenta con assoluta, rigorosa fedeltà, la vita umana nelle diverse sfaccettature e in ogni sua espressione.
Fiorella D’Ambrosio