L’ INFINITO
Sempre caro mi fu quest’ermo colle,
e questa siepe, che da tanta parte
dell’ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminati
spazi di là da quella, e sovrumani
silenzi, e profondissima quiete
io nel pensier mi fingo; ove per poco
il cor non si spaura. E come il vento
odo stormir tra queste piante, io quello
infinito silenzio a questa voce
vo comparando: e mi sovvien l’eterno,
e le morte stagioni, e la presente
e viva, e il suon di lei. Così tra questa
immensità s’annega il pensier mio:
e il naufragar m’è dolce in questo mare.
GIACOMO LEOPARDI
p.s. auguri di un sereno Anno Nuovo a tutti i visitatori del blog, un Anno Nuovo in cui cadrà il bicentenario della composizione del sublime idillio leopardiano (a/m)
Auguri speciali e originali di Buon 2019, sia un anno pieno di soddisfazioni, d’amore e di celebrazioni.
Francesco
Rileggere l’idillio leopardiano di cui oggi ci riproponi il testo -Andrea- e’ come affacciarsi al nuovo anno (2019) con l’immagine suggestiva de “L’infinito”, simbolo di un’aspettazione, di un’ansia di eternità, di immensità in cui “annegare” e trovare pace. Auguri infiniti.
Auguri affettuosi di un sereno Anno Nuovo, Fiorella!
Auguri a te di un sereno Anno Nuovo, Francesco.