Questa mattina ho senz’altro compiuto un bellissimo viaggio nella storia. Mi sono infatti recato a visitare, seguendo la strada per Palestrina, il sito dell’antica città latina di GABII non distante da Alba Longa (l’odierna Castel Gandolfo) e piuttosto importante nei secoli VII-VI a.C. per la posizione chiave fra l’Etruria e la Campania. Tale città, conquistata e sfruttata commercialmente da Roma per il peperino locale (lapis gabinus) iniziò a perdere d’importanza trasformandosi in un villaggio fino agli inizi del XV secolo sopra i bordi del lago vulcanico di Castiglione, prosciugato verso la fine dell’Ottocento ma la cui passata esistenza ancora s’indovina alla vista. Non sto a dire del fascino esercitato dal basolato di GABII, città posta a metà strada fra Roma e Praeneste (Palestrina). Ma, innegabilmente, l’emozione più forte che si prova visitando questo sito è dovuta alla presenza del santuario, sostanzialmente integro nella sua struttura, di Giunone Gabina visibile nella foto che mi è stata concessa; il tempio, ricostruito intorno alla metà del II sec. a.C. in opus quadratum (di pietra locale), aveva delle colonne sulla fronte e sui lati (come mi è stato mostrato su alcuni grandi fogli relativi al Lazio Antico). Tornando verso casa, ho riflettuto sulle bellezze che non conosciamo a un palmo dal nostro naso…
Andrea Mariotti