Mi è caro presentare in questo blog una mia breve lirica della giovinezza, piccolo elogio della “lentezza”, in tempi come quelli odierni a dir poco tambureggianti (ripenso ai versi danteschi “la fretta,/ che l’onestade ad ogn’atto dismaga”, Purg. III, 10-11). In modo suggestivo, del resto, Mario Vargas Llosa, fresco di Nobel, si è dichiarato “schiavo della letteratura”; volendo intendere in tutta evidenza tale asservimento come scelta suprema di libertà creativa. Nessuno ci obbliga a scrivere, è bene ricordarlo:
VELA
amarti veramente!
se rido della fretta
e sprono la mia penna,
diventa più silenzio
sereno il mio tormento.
Andrea Mariotti, poesia del 1985, poi inclusa in Lungo il crinale, 1998, Bastogi Editrice Italiana.
Caro amico, parli del tempo che viviamo definendolo ‘tambureggiante’ e mi lascia basita la tua capacità di analisi e soprattutto la scelta oculata, sorvegliata dei termini e delle liriche. La tua risposta all’era del materialismo sfrenato, del consumo parossistico delle cose e dei sentimenti, è un concentrato di versi, che nell’ossimoro efficacissimo della sintesi, dona invece ali alla capacità di immaginare. Il tuo ‘ridere della fretta’ è la volontà del Poeta di rimanere libero, non omologato, creativo e originale… tra uomini che scelgono nel branco la loro folle sicurezza.
Considerando che “Vela” risale alla tua gioventù, si potrebbe dire che sei stato un profeta o forse un acuto lettore del futuro che seminavamo, stracciando gli ideali come fogli di giornale. Sono versi di straordinaria, efficace attualità e mi hanno incantata. Ti abbraccio forte e ti ringrazio.
Grazie di cuore, cara amica, per quanto hai scritto intorno a questi miei concentrati versi di gioventù.
Un abbraccio
Andrea