Per ovvi motivi questo è un ferragosto amarissimo, riferendomi alla tragedia genovese. Ho parlato ieri pomeriggio con una cara e autorevole persona la quale abita nel capoluogo ligure e che mi ha confermato senza mezzi termini come negli anni passati una sua amica ingegnere, inascoltata, avesse diffuso più volte l’ allarme circa lo stato del ponte Morandi: insomma una delle tante voci scomode di cui abbiamo saputo dai giornali. Ebbene una volta di più mi sento di ribadire, parafrasando Celentano, che nel nostro sgangherato paese la prevenzione è lenta e l’emergenza è rock, senza nulla togliere alla abnegazione e professionalita’ della macchina dei soccorsi. Ma l’ emergenza è anche più costosa della prevenzione in termini strettamente economici presenti e futuri, per tacere delle vite umane spazzate via e che pesano sulla coscienza di tutti, mi sento di dire, se siamo veramente umani. Sicché quasi ringrazio la natura misericordiosa che con questo cielo grigio e piovoso oggi si unisce al nostro lutto non mettendoci in imbarazzo con un sole smagliante del tutto fuori posto. Sappiamo bene che ieri non è stata colpa della natura, a proposito del crollo, bensì del nostro imperdonabile menefreghismo. Solo che ora tutti i nodi stanno venendo al pettine, come nel caso di una persona non più giovane che avendo dilapidato troppe energie in gioventù adesso si trovi sotto attacco di sempre più pesanti acciacchi. Il nostro paese è vecchio, degradato e in piena regressione culturale e di sicuro non potremo rialzarci a colpi di tweet. Sia lieve con tutto il cuore la terra alle vittime di Genova.
Andrea Mariotti
Verissimo quanto affermi, caro Andrea, la tragedia di Genova è una tragedia di tutti, ma purtroppo ci sono state delle vittime che hanno avuto la sola colpa di stare nel posto sbagliato al momento sbagliato…perdere la vita così è inaccettabile, e ancor più se quanto è accaduto si poteva prevenire ed evitare. Penso ai familiari delle persone decedute, penso agli sfollati che hanno dovuto lasciare tutte le loro cose e le loro case, e alla città di Genova devastata. E considerato che i tempi in Italia sono sempre da ere geologiche, l’accertamento dei colpevoli e le ricostruzioni non sono certo dietro l’angolo, ahinoi..
Si tratta, cara Monica, di una tragedia le cui proporzioni segnano e segneranno a lungo la storia del nostro disgraziato paese. E’ veramente difficile in questo momento accantonare il pessimismo. Ci vorrebbe un colpo di reni che non appartiene al DNA di chi ci governa (non da oggi).