ARSURA
In quel biondo campo
tra il frinire dei grilli
e il fruscio delle spighe
abbiamo consumato baci
nell’arsura di agosto
fino a perderci oltre il latrato
di un cane girovago
oltre il curioso orizzonte
dal manto aranciato.
poesia di Mariano Ciarletta
(lirica inclusa nella silloge Il vento torna sempre -poesie e aforismi- con prefazione di Rita Pacilio; Edizioni La Vita Felice, 2018)
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mi è piaciuta non poco, questa poesia di un autore giovane seriamente impegnato nella sua ricerca. Tant’è che leggendola e rileggendola, essa risulta di notevole suggestione per il passaggio di stadi vitali da parte di quel qualcosa che sfrega, tra il frinire dei grilli fino ai baci consumati. Dissipazione d’energia dunque, nella calura d’agosto; con innegabile sostrato pascoliano suggerito dal fonosimbolismo dei versi. Ma nel ductus di Ciarletta si percepisce un non so ché di fermo, come una intransigenza morale lungi dal vacuo esercizio letterario (ne son prova altre liriche della silloge in oggetto). Sia concesso all’autore di trovarsi al meglio, a fronte della frenesia odierna. I vini migliori invecchiano in botti di rovere, bisognosi di tempo.
Andrea Mariotti