CROCE BINATA

 

(a Nina il 28 novembre, quando

tutta Roma aveva il Santo Spirito

in Sassia: fulgore e croce binata…)

 

28 novembre

 

Mattinata cruciale: Lei s’è fatta le treccine:

sei – sinuose graziose, e bipartite in sorriso…

come per una festa egualmente della vita

e dei suoi doni. Bella, dimagrita, fiorisce

una patina d’ansia, sposa un’ombra di dolore

che si fa doratura. Un’elegante borsa media

di cuoio raccoglie le sue cose, indumenti e

quaderni, matite, medicine: una vita in

pillole e parole, per ogni viaggio dell’anima.

Ordine, ostinazione, gentilezza… Ma qui

il corpo è vampiro, la vita lo ha ammalato.

Lo curerà la vita, e il suo destino dolce e

inesorabile – l’Amore. Doratura dell’ombra.

 

 

29 novembre

 

Oggi il cielo resta grigio, vietato, umiliato

il celeste. Ma vari angeli sono scesi quaggiù,

e mi confortano! Hanno ali un po’ dolenti,

che non si vedono… Nomi in salmodia

d’amicizia: Anna/sorriso, Gian Piero/dialogo,

Patrizia/rito-pensiero… La pioggia è un lieve

pianto cittadino che accarezza, fa la doccia

ai gabbiani. Ogni anima è in volo, una virgola

bianca che si sposta, rasserena lo sguardo…

E cura, cuce in cuore quello strappo d’azzurro.

 

 

30 novembre

 

Lassù, qualcuno la ama? Oh, quaggiù

senz’altro… Ora Nina è una stella emaciata

che dorme, con l’agocannula al braccio…

La morfina le consente, amico le concilia

il dolore, e forse l’incubo s’è addormentato

in un sogno tutto bianco… Fasciature come

paramenti, seni in martirio e ferite/arabeschi

Una madonnina cinquantenne eternamente

giovane, crocifissa al suo letto. Nell’Ospedale

Dio s’annida ovunque, ma bussa più forte

per entrarci in cuore: e salvarci Cuori.

 

 

1 dicembre

 

S.Spirito, terzo piano, chirurgia donne,

stanza verde… “Ma come sta Ninetta?”,

“Auguro ogni bene e pronta vittoria”,

i messaggi si susseguono: “È tornata a casa?

Si deve combattere”. “Coraggio! Si risolverà”…

Dirlo a ciascuno e a tutti – ripeterlo come una

notizia che non lo è, ma lo diventa: e privata

diventa pubblica: Nina sta meglio ma il linfonodo

era preso, hanno scavato l’ascella per analizzare

gli altri. Dovrà fare la chemio, combattere ancora

 

1 dicembre

 

Croce binata, non significa solo curiosità

araldica, o storiografico enigma liturgico

(Croce di Santo Spirito, lunga, a doppia

traversa, le estremità biforcate, d’argento)…

Croce binata oggi per me potenzia… addirittura

il dono, il sacrificio della croce divina –

sommata però all’umile, semplicissima pena

umana… Due croci sono in fondo l’essenza

stessa dell’Uomo: quella sacra, oh da pregare!,

e l’altra invece tutta da vivere, dolorosamente

umana. Perché oggi si trasfigurano insieme?

 

 

2 dicembre

 

Esco dall’edificio come riattraversando tutti

i secoli della Storia da cui veniamo, e che a noi

tornano – ma come giunge un angelo stanco

del quotidiano e della sua custodia… Il Duecento

che lo decise, il Quattrocento che l’ampliò (e in cui

bruciò, come per una caparbia eresia riformista: ma

anche poi lo rifece, l’onorò di un alto, immenso

Ottagono, simulacro forse d’ogni virtù sublime…

Ultime migliorìe, attorno al 2000, quando anche

la Croce Binata più non reggeva il suo stesso peso…

“Vi sono vicino con il cuore”… “Con l’affetto e la

trepidazione di chi conosce ‘la porta stretta’…”. Cancello

messaggini cari, e ne entrano altri… Quello di Nina

il più bello: “Ti lascio insieme all’Angelo delle ragazze

in gamba (anche i ragazzi, direi). Tanto amore a Te“…

 

3 dicembre

 

Il paradiso può attendere… “E l’inferno è

certo”… Così si mischiano, s’abbracciano

anche i titoli: cinema romanzo e poesia… Eliot sì,

che lo sapeva: “l’umanità / non sa reggere un eccesso

di realtà”. Helène, che è vera amica, mi conferma

l’originale: “human kind / Cannot bear very much

reality.”… Talvolta, se non stacchiamo, impazziamo

da sani. Talvolta, duole ogni verso, e non lenisce

il dolore – nostro, ma ancor meno l’altrui… E mai

si stacca in cuore, finché esso pulsa vita: vive anzi,

l’Amore, del nostro amore – riamato… Nina Gradiva

che ora cammina lenta in corridoio, tre drenaggi

in mano – ampolle di plastica, come rito alchemico,

goccia a goccia, il sangue anemico che si risana.

 

 

4 dicembre

 

Esco a via dei Penitenzieri, percorro crocicchi

e traverse, misuro passo a passo, sfiorandoli,

palazzi e vestigia di secoli… Il nobile selciato

di Borgo: impiantato, martellato sulla stessa

terra e cenere del terribile incendio che Raffaello

affrescò… Via della Conciliazione poi demolì

e sgombrò i millenni – come spesso fa la Storia –

tutto ciò che affollava e chiudeva, tarpava…

l’effetto scenografico, l’apertura dello sguardo

verso la cupola e il suo massimo tempio, lucore

di Fede… Ma la Croce binata mi resta dentro,

effigie e missione che anche ai laici assegna,

impartisce un dovere: un credo. Dorare l’ombra!

 

 

5 dicembre

 

Sovrapporre, assommare il Divino all’Umano,

due orizzonti raddoppiati in verticale. E torna

il vento, a schiaffeggiarci creature, questo freddo

sano, a istigarci calore. Amore doratura dell’ombra.

Ogni anima è un volo, passeggia se riposa le ali…

E le ali sono proprio le braccia, arti umani per

ambire al cielo… Le tue, oggi, sono ancora bucate

d’aghi, un po’ gonfie per èdemi o sogni di rinascita.

“E ti dirò / di non temere / il nero che non scontorna /

la sua certezza”… Ninetta, fuori è luna piena, candore

d’iperuranio che le infermiere non sospettano, ora

che annunciano la terapia, e cacciano amabilmente

i parenti in visita, gli amici ciacoloni, estroversi

 

 

6 dicembre

 

Croce binata: da accettare e ripensare oltre i canoni.

Un po’ di febbre t’arrossa il viso… O è l’amore che

si stupisce d’essere ancora identico, come quando

iniziò, seminò il cielo… Tutta la notte ha ora per

sognarsi da sveglio, poi addormentarsi assieme

ai templari e ai mostriciattoli della saga gloriosa

d’ogni malattia. Passeranno i chirurghi!, domattina –

i paladini cioè d’una Crociata che nessuno cantò, ma

puoi rivivere. Mastectomia totale, la tua battaglia:

ma si vince la vita, la fede che risana… Il miracolo

è questo, piccolo e bianco: come fascia che chiude

una ferita, la conforta. Croce binata: cicatrice di cielo.

 

 

                                                      Plinio Perilli

 

 

2 commenti su “

  1. monica

    Mi ha colpito molto questo poemetto- diario di Plinio Perilli, mi ha colpito perché affronta un argomento difficile, perché c’è un’urgente grazia del dire in questi versi pieni d’amore per la sua donna/madonnina/musa che ha appena dovuto affrontare un intervento chirurgico molto delicato. E’ notevole come l’invocazione del poeta che grida il suo tormento, ma anche la speranza, per un fatto privato e “di privazione” possa diventare proclama pubblico, corale. Perché quella croce binata che torna insistentemente nelle strofe è la croce che portiamo tutti noi esistenti e penitenti. Perché il corpo è fragile, si sa, e si può ammalare, ma neanche il male e il dolore possono sminuire la bellezza di Nina; e l’augurio di Plinio (e di noi tutti) è che lei si risani quanto prima e possa tornare a sorridere e a scrivere prontamente

  2. andreamariotti Autore articolo

    Bellissimo questo tuo commento, cara Monica! non potevi esprimere meglio la misura del coraggio del poeta che provvede coi suoi strumenti a quell’antico rito antropologico della collettivizzazione del dolore che faceva sentire meno soli di oggi gli umani.

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