2 novembre 1975 – 2 novembre 2017
…Non invecchio. La mia pelle di primula,
la mia voce di brezza dolce d’umido,
i miei occhi modesti, non consumo.
Dentro il mio cuore c’è un resto eterno
di fanciullezza (e non è il mistero
del Mondo che pur rischia d’esser vero?)
Cibo delle primule e del mio cuore,
fa ogni cielo diverso, ogni alito
d’aria il primo, ogni battito d’ali
annuncio di creazione. E’ troppo libero
il cuore! In me lo credo, e altrove vive.
PIER PAOLO PASOLINI, strofe conclusiva della poesia Le primule, in L’Usignolo della Chiesa Cattolica (1943-49)
Encomiabile, da parte tua, Andrea, aver riproposto -nell’anniversario della morte di P.P. Pasolini- i bellissimi versi della lirica “Le primule” (dalla raccolta “L’Usignolo della Chiesa Cattolica”): un componimento ricco di profonde suggestioni poetiche, in cui viene rappresentato un mondo arcaico (quello del Friuli), incontaminato nella sua “primitiva” innocenza, impregnato di religiosità, di vita (“Dentro il mio cuore c’è un resto eterno di fanciullezza”), di amore per la natura (“ogni cielo ,ogni alito d’aria, ogni battito d’ali”), di libertà (“è troppo libero il cuore”).
Mi è sembrato giusto, Fiorella, proporre versi ariosi e ispirati del poeta, storicamente anteriori a quelli dettati dalla “Disperata vitalità” e davvero capaci di parlare a chiunque avverta i passi della poesia.