MA MISI ME PER L’ALTO MARE APERTO
Tutt’altro che peregrina, ovviamente, l’idea di una predisposizione all’ascolto grazie alla quale una musica, hic et nunc, ci parla in modo inaudito. Mi riferisco a quanto mi è accaduto venerdì scorso riascoltando la Nona sinfonia di Beethoven eseguita dalla Gewandhausorchester Leipzig diretta da Kurt Masur. Esiste intanto musica più celebrata della Nona? eppure l’altra sera essa si è offerta fresca come una rosa al mio animo (dire orecchio mi sembrerebbe riduttivo). Il titolo che ho inteso dare al presente e brevissimo scritto è eloquente, trattandosi di un meraviglioso verso dantesco (INFERNO, XXVI, 100) capace di esprimere al meglio il sentimento del viaggio in me suscitato dalla Nona. E l’Inno alla Gioia in cui sfocia il fiume impetuoso d’una musica unica, cos’altro rappresenta se non l’invito al ripudio della guerra (bellum omnium contra omnes) non ignorando le difficoltà di seminar pace, oggi? Beethoven nostro contemporaneo che ci sta davanti.
Andrea Mariotti
Cosa dire della Sinfonia n.9 in re minore di Ludwig van Beethoven “opera magna” della musica classica, capolavoro immortale del compositore tedesco, se non riportare le parole di Monsignor Frisina riferite al quarto movimento della suddetta sinfonia (il canto sull’ode schilleriana “Inno alla gioia”) definito”un messaggio all’umanita’, un invito alla fratellanza universale di significato profondo e di grande attualità. Vorrei aggiungere un breve commento alla tua bellissima citazione, Andrea, di Ulisse (verso 100 del canto XXVI dell’Inferno )il quale -nella sua solitudine di uomo- trova la sua più vera compagnia nella propria forza morale, nell'”ardore” di conoscenza del mondo e degli uomini.
Sacrosante le tue parole, cara Fiorella! un affettuoso saluto