L’UOMO E IL MARE
Uomo libero, sempre ti sarà
diletto il mare -tua anima, specchio dove guardi
la tua anima scorrere infinita
come le onde. Non meno amaro abisso è il tuo cuore.
In questa che è la tua immagine t’immergi
con voluttà, con gli occhi, con le braccia l’afferri e dal rumore
di te stesso ti liberi se ascolti
la sua voce indomabile e selvaggia.
Tenebrosi tutt’e due, e discreti: fino in fondo
ai tuoi abissi nessuno è sceso mai,
uomo, né c’è del mare chi conosca
i riposti tesori: così li difendete, gelosi.
Eppure, da tempi immemorabili ciascuno
di voi con quell’altro combatte -e non ha pietà, non rimorso,
da tanto che amate la carneficina e la morte
in una lotta eterna, implacabili, avvinti!
Charles Baudelaire, da LES FLEURS DU MAL, trad. it.di Giovanni Raboni
A parte il carattere di attualità che la lirica “L’homme et la mer” di Charles Baudelaire (1857) riveste oggi,in piena estate -stagione vissuta da molti di noi in località balneari e quindi in più stretto rapporto con il mare- essa (tra le più belle composizioni in versi della raccolta “Les fleurs du mal”) coglie con mirabile maestria il duplice legame di affinità e rivalità che unisce l’uomo e il mare: di connotazione positiva nella prima parte “…Homme libre,toujours tu chériras la mer!/ La mer est ton miroir;tu contemples ton ame/ Dans le déroulement infini de sa lame…”; di antagonistica posizione di rivolta nell’ultima parte “…Et cependant voila’des siécles innombrables/Que vous vous combattez sans pitié ni remords/Tellement vous aimez le carnage et la mort,/ O lutteurs éternels, o fréres implacables!” Grazie,Andrea, per averci riavvicinati, con la lettura de “L’homme et la mer”, alla sensibilità artistica di Baudelaire, alla sua tensione verso “la poesia pura”.
Grazie a te, Fiorella, per questo commento denso e incisivo. Un affettuoso saluto