NEL TUNNEL
Sassolungo, Piz Boè, la Marmolada;
Sorapis, Pelmo e Civetta, Le Pale
di San Martino: tripudio del Bello,
lentamente scendendo da una cima
del Lagorai non più tardi di alcuni
giorni fa… o Dolomiti, mie germane,
voi come ambrosia sèrbo e inesorabile
arsura: ché di nuovo il diciassette
scorso fumo acre da Castel Fusano,
quello del Duemila pressappoco.
Straziata la pineta o maledetti
asfaltatela bene e buonanotte!
poesia inedita di Andrea Mariotti, 23 luglio 2017
Di singolare gradevolezza -nei versi che ci proponi, Andrea- l’elogio alle Dolomiti, affiancato da un forte impegno umano e civile non estraneo alla tua produzione poetica ampiamente comunicativa ed espansiva. Un caro saluto.
…E come potevo io cantare in toto in questa poesia, Fiorella, col fumo nero sopra la mia testa a due giorni dal ritorno a casa dopo il contatto profondo con le Dolomiti? ad esse l’iperbato del settimo verso, e cioè la musica dedicata a tali superbe vette. Ma siccome far poesia diciamo degna come sappiamo bene presuppone un salto e non lo stagno, ecco che mai come in questo caso esso mi è stato perentoriamente suggerito dalla dura realtà (quindi a livello semantico prima ancora che stilistico), riferendomi per l’appunto allo stridente contrasto Dolomiti/gaudio-pineta di Castel Fusano/scempio. Un caro saluto