DI LUGLIO
Quando su ci si butta lei,
Si fa d’un triste colore di rosa
il bel fogliame.
Strugge forre, beve fiumi,
Macina scogli, splende,
E’ furia che s’ostina, è l’implacabile,
Sparge spazio, acceca mete,
E’ l’estate e nei secoli
Con i suoi occhi calcinanti
Va della terra spogliando lo scheletro.
GIUSEPPE UNGARETTI
Nei bellissimi versi della lirica di Giuseppe Ungaretti “Di luglio”(dalla raccolta “Sentimento del tempo”)che ci proponi, Andrea, non campeggia -come il lettore ignaro si aspetterebbe- la forza travolgente in senso costruttivo dell’estate (gioia di vivere), ma la furia ostinata di essa nella sua mitica, primigenia violenza (mal di vivere)”…Strugge forre,beve fiumi,/macina scogli…”E’ la metafora della vita dell’uomo, della sua finitezza, del suo drammatico destino,c ome si coglie nell’ultima strofa “…Va della terra spogliando lo scheletro”. Testo suggestivo di piacevolissima lettura.
Concordo pienamente con questa tua lettura della lirica ungarettiana, Fiorella, una lirica di forza demoniaca, dal punto di vista ritmico. Un caro saluto