lunedì 19 giugno 2017

CINQUE DOMANDE (E PIU’) A… IOLE CHESSA OLIVARES

Nel corso di un importante evento tenutosi alla Sapienza di Roma, nella Sede del Centro di Documentazione Europea ‘Altiero Spinelli’ della Facoltà di Economia, alla poetessa Iole Chessa Olivares è stato attribuito il prestigioso Premio alla Cultura dalla Giuria de  ‘Le Rosse Pergamene del Nuovo Umanesimo’,  ideato e sviluppato dalla eccellente Anna Manna – che ne è Presidente, con a latere il Dr. Corrado Calabrò che ne è Presidente Onorario -. Presidente di Giuria la nota saggista Neria De Giovanni – Direttore Editoriale de ‘Il Portale Letterario’, organizzatrice del Premio Nazionale Alghero Donna di Letteratura e Giornalismo, insigne Critica Letteraria, Presidente della AICL-Associazione Internazionale dei Critici Letterari con Sede a Parigi, Presidente di ITALIAMIA -. Va sottolineato che la bella serata, di cui è stata abile e dinamica conduttrice la bravissima Anna Manna, ha visto numerosi premiati per le altre categorie oggetto dell’apprezzamento della Giuria, nonché un folto e attento pubblico di amanti della Cultura e dell’Arte. Inizio modulo

A tutta la giuria, chi scrive, complimentandosi per la manifestazione, ha portato i saluti dell’Accademia di Alta Cultura.
Alla poetessa Iole Chessa Olivares, chi scrive, ha chiesto di far conoscere al vasto pubblico dei Lettori di questo blog la propria impronta artistico-letteraria, condensata nelle domande-e-risposte della Rubrica “CINQUE DOMANDE (E PIU’) A…
 
Roma, 15 Giugno 2017
GIUSEPPE BELLANTONIO
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Iole Chessa Olivares, nata a Cagliari, vive e lavora a Roma.

Ha al suo attivo diverse pubblicazioni di poesie:

 ” Lente apparizioni “1991 – Firenze libri;

” Di baleni una rapsodia” 1993 – Cultura 2000;

“Oltre il sipario” 1996 – Montedit;

“Nella presa di un ora “” 2000- Montedit;

“In piena sulla conchiglia” 2002 – Pagine;

“Quel tanto di rosso” 2007 – Terresommerse;

“La buccia del grido” 2008 – Lepisma.

E’ presente in numerose antologie di poesia contemporanea,

ricordiamo in particolare:

“Fioretti giubilari”, presentata dal Cardinal Paul

Poupard a Giovanni Paolo II;

Poeti al Caffè Greco – Roma – editore Lepisma;

Antologia della letteratura italiana del XX secolo, edizioni Helicon;

Dossier poesia, Book editore;

Storia della letteratura italiana, il secondo 900, Guido Miano Editore;

Cento poeti per il terzo millennio, Il Convivio edizioni;

Le parole della vita, Book editore;

Un orizzonte di voci, Book editore;

Il calamaio 2004, 2005, 2008 – Book editore.

Dal 1993 collabora a programmi culturali presso emittenti private promuovendo

in particolare la poesia.

Nel 1998, con il Gruppo “Camilla Ravera” dell’Unione Scrittori ha iniziato gli incontri

allievi – insegnanti nelle scuole di Roma e provincia con risultati incoraggianti che

ancora oggi portano l’autrice ad avere rapporti con  gli Istituti scolastici.

Per la poesia, ha ricevuto innumerevoli  premi e riconoscimenti.Delle sue attività si sono occupati poeti, narratori, critici militanti come:

Dante Maffia; Rocco Salerno; Sabino Caronia; Merys Rizzo; Gabriele Di Gianmarin; Maria Marcone; Francesco Dell’Apa; Pierfranco Bruni; Stefano Valentini; Domenico Cara; Donata di Bartolomeo; Francesco Grisi; Pino amatiello ; Vito Riviello; Giovanni Amodio; Angelo Manitta; Italo Evangelisti; Plinio Perilli; Giorgio Linguaglossa; Cristina Di Massimo; Elisa Caprarella; Carmelo Aliberti; Pina Majone Mauro; Ernesto Neri; Anna Mazzini; Lidia Ferrara; Antonio Coppola; Pasquale Matrone; Antonio Masetti.

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CINQUE DOMANDE (E PIU’…) A: IOLE CHESSA OLIVARES

Il suo libro più recente porta un titolo particolare “Nel Finito… Mai Finito”: vuole dire qualcosa in merito?

Il titolo del libro allude a un mio orizzonte spirituale che progressivamente si amplia, venuti meno spazio e tempo, oltre la finitezza umana, nella ricerca inesauribile del senso ultimo del vivere. Qui tutto è ovunque, tra il visibile e l’invisibile. Il libro, diviso in sette sezioni, declina questo concetto con variazioni e colori che si rincorrono, la realtà viene trasfigurata per raggiungere l’essenza delle cose: nulla si perde, tutto si ritrova nella consapevolezza delle interdipendenze, riprendendo vita tra infinite connessioni.                                        Mi fa piacere qui ricordare come si esprime la Critica letteraria Neria De Giovanni – ricordiamolo, Illustre Presidente dei Critici Letterari Italiani – nella sua postfazione al libro:  “… le immagini del concreto vissuto diventano anche metafore sapienziali per una meditazione che travalica l’oggettualità e diventa movimento spirituale universale. Questa silloge, di piena maturità poetica, segna un ulteriore confine tra i poeti della così detta linea lombarda che persistono  nella descrizione dei correlativi oggettivi  quotidiani, e una linea poetica, direi, del centrosud, che risente della lontana eco del  “poetar filosofeggiando” della Magna GreciaLa poesia di Iole Chessa Olivares è un continuo cesellare il pensiero che deve dire tanto in poche parole, quelle  sì, dense di significato e suggestioni”.                                                                           A questo punto, del “titolo del libro” non vorrei dire altro:  ho solo cercato di fare una massima sintesi, per non influenzare troppo il lettore. Sono certa che, nel corso della lettura, le autentiche ragioni  si evidenzieranno; la pretesa  di voler dire tutto,  spesso penalizza la totalità: che è fatta anche di mistero, di indicibile.

Da quando si è accorta di questa sua vena poetica e letteraria?

La consapevolezza di una vena poetica è arrivata nel tempo. Prima è arrivata una certa fascinazione per le parole, per la loro risonanza nel mio cuore di fanciulla: spesso, piccolissima, non ero ancora in età scolastica, sospendevo il gioco per ascoltare le parole dei grandi anche se  non sempre coglievo  il loro significato; era il suono che mi colpiva, e con queste suggestioni costruivo immagini e storie che custodivo gelosamente.                                                         Nel tempo della scuola e in quello successivo ho continuato a dare alla parola una grande importanza: mi aiutava con gli altri, a relazionarmi, ma soprattutto ad accettare la realtà, adeguarla al mio sentire. Negli anni, una forte passione per lo studio, la letteratura, la lettura di poeti laureati (di montaliana memoria) e non, ha evidenziato una mia attenzione contemplativa, poi anche espressiva, verso la realtà e sono quindi arrivati i miei scritti che ho raccolto in otto sillogi di poesia.

E’ un hobby o un’attività a tempo pieno?

Non è un hobby, non è un’attività a tempo, è una necessità. La poesia oltre che un grande nutrimento dello spirito, mezzo di conoscenza, è anche il tentativo di dare un senso all’esistenza, peso ai silenzi, forza alla parola, attenzione al mistero come pure alla totalità che ci contiene e sempre ci supera. E’ un’esperienza interiore, è incontro con l’essenzialità, è viaggio nell’ignoto con continue piccole resurrezioni.                                                                                  Ricordando le parole del grande poeta Rainer Maria Rilke, essa è  “… un progresso che deve venire dal profondo, non può essere in alcun modo incalzato o affrettato. Tutto è condurre a termine e poi partire, lasciare che ogni impressione e ogni germe di un sentimento si compia tutto dentro, nell’ombra, nell’indicibile, nell’inconscio e inattingibile alla propria ragione e, con profonda umiltà e pazienza, attendere la nascita di una nuova chiarezza”.

C’è un tema particolare che predilige?

Pare che ogni poeta abbia un tema dominante lungo il filo del proprio immaginario, tema che nel tempo approfondisce e perfeziona. Io sento in modo particolare quello della parola, del mare, dell’Amore Universale.                               Al riguardo, mi fa piacere ricondurmi al pensiero della scrittrice e poeta Fausta Genziana Le Piane, che da molti anni dedica una certa attenzione alla mia poesia; recentemente,  ha  pubblicato una raccolta di riflessioni critiche sulla stessa, dal titolo ‘Sconfinare Tra Parole Dormienti’ (il titolo è un verso di una mia poesia).”… i temi dominanti vengono indagati con  acuta visione d’insieme e raffinatezza psicologica frutto anche di una misura sobria, ponderata, sottile  che, da sempre, la nostra, ha scelto di imprimere ai suoi scritti”.  Nella sua prima intervista pubblicata sulla rivista CORUS – trimestrale di Arte e Cultura – tra le altre domande, mi chiese spiegazioni  sulla poesia  “La Parola Screziata“: spiegazioni che qui ricordo “… ho usato  il termine ‘screziato’ per alludere ai molti colori della parola … per me la parola  è suggestione, magia in cui molta della mia emotività si rigenera con valenze  totalizzanti. Con il suo fluire, risuona e, abbracciata alla fantasia, alleggerisce ‘il male di vivere’ … ho fiducia nelle sue vibrazioni di fondo, nel suo messaggio. Spesso  lacerazioni  interiori ed esteriori possono essere tenute a bada dalla parola che, in altra poesia, definisco ‘ultima pelle tatuata  sulle labbra del mondo’.

Posso chiederle qual è la sua visione  sull’essere umano?

La mia visione sull’essere umano si muove  nella consapevolezza di una certa fragilità  creaturale che si deve confrontare con il continuo, impercettibile mutamento di sé e del mondo in un processo infinito ordinato da una intelligenza superiore. Con questo stato d’animo, la mia ricerca ha poche esitazioni, anzi riannoda i diversi rapporti con la vita:                                               sempre la nebbia                                                                                            porta via qualcosa

e viene meno l’assillo di un esilio desolato

s’apre il tempo per un gioco d’aria fresca                                                                               per un

buon ricamo                                                                                        ogni trina una memoria  o un’attesa                                                                remando nel

velo                                                                                            

unico padrone.

Tengo così il cuore sempre aperto, per favorire una costante maturazione dello sguardo, un adattamento al nuovo, al confronto, ai linguaggi diversi: solo sentendosi anche parte dell’alter  si è veramente vivi.  Le continue esperienze diverse sono una tappa fondamentale per la scoperta, la costruzione di sé stessi e del mondo anche quando dette esperienze possono essere negative, dolorose.                                                                                                                              nell’abbandono                                                                                     nei traguardi perduti                                                                                               lì sono centro                                                                                         lì sono casa                                                                                                          

non più margine in ombra                                                                      o piccola storia di un istante                                                                                   ma punto vivo sull’eterno

                                                                      e colgo una spiga                                                                                                  e contemplo aurore                                                                           

senza disturbare.

Ultimamente l’abbiamo vista presente a diverse manifestazioni, ama l’Arte?    

               

Sì, la poesia e la musica hanno accompagnato la mia infanzia.                        Nella mia Famiglia si seguivano sempre le opere alla radio e si faceva l’abbonamento al teatro dell’Opera nella stagione invernale e in quella estiva. Più tardi, ho curato maggiormente la musica sinfonica e ho dedicato molta attenzione all’Arte Figurativa frequentando Musei, Gallerie d’Arte, Mostre, comprese le diverse biennali di Venezia.                                                                  Nel corso di un reading  di poesia,  ho incontrato il cantautore  Patrick Edera  che mi ha proposto la traduzione musicale  per tre mie poesie: Gerusalemme, Re per Caso, Improvviso. E’ nata così una felice collaborazione che ha visto la pubblicazione della silloge  di poesie ‘Quel Tanto di Rosso’   (Ed. Terre Sommerse, 2007) integrata da un CD con le tre canzoni, in rete da diversi anni.  La prima, Gerusalemme, integrata da un video e trasmessa più volte dall’emittente ROMA UNO, ha partecipato alla giornata di studi filosofico-teologica – proposta dalla Prof. Claudia Melica e dal Direttore del CIU Dott. James Puglisi – dedicata alla Città Santa  e tenuta presso il CIU-Centro Pro  Unione, Sala Conferenze del Collegio Innocenziano in Roma.                                   Recentemente, nel 2016, il cantautore Amedeo Morrone ha realizzato la traduzione musicale e l’arrangiamento per la mia poesia  “Respiro Verde-Celeste” (inserita nel CD allegato all’antologia Poesicanzone, Ediz. EscaMontage, 2016, presentato all’interno della rassegna culturale “San Lorenzo in Piazza” e  all’Estate Romana-Isola Tiberina, 2016).                                                                    Per il corrente anno, sono stata invitata all’Edizione 2017 del Festival della Poesia – Tramontana di Versi, organizzata dall’AISU-Associazione Interculturale per lo Sviluppo Umano, che realizzerà una installazione sul lungo lago di Luino (Varese) nel periodo 15 Giugno – 16 Luglio.

Impegni attuali e prossimi?

Per quanto attiene agli impegni del momento, costante la lettura  di giornali,  libri, soprattutto di poesia, perché la parola, da sempre, come ho detto poco prima,  mi seduce, si  fonde alla mia essenza, al mio esserciLa parola                                                                                                       ha comunque un dopo                                                                                 per i pescatori di luce…                                                                               Nel fango, velato il senso                                                                         tiene d’occhio                                                                                               le amputazioni penitenti e gli dei.                                                                         Partecipazione a diversi incontri letterari fissati sul calendario, cercare di scrivere quando le vibrazioni del cuore lo chiedono e la mente si illumina stimolata da ciò che ci circonda.  Tutto quanto avviene intorno a noi si deposita nel nostro spirito, anche inconsciamente… la memoria nulla trascura, all’improvviso pesca un particolare, un dettaglio minimo e, soavemente,  lo ripropone, destando meraviglia e, forse,  anche dando l’avvio per una nuova avventura poetica.                                                                                              Per il futuro, ho in programma  una raccolta di scritti – tanto di qualche tempo fa che nuovi -: ma tutto è da decidere  e, quindi, su questo, desidero essere prudente, riservata, lasciando all’istintività ed alla mancanza di una precisa programmazione il piacere della sorpresa verso i miei Lettori ed i miei Estimatori, al pari dei Critici che, con le loro parole, mi sono sempre e comunque di stimolo. Ai quali, tutti, va il mio grazie! più caro per il loro inestimabile sostegno al mio impegno, alla mia passione!

 

N.B. per gentile concessione di Giuseppe Bellantonio (http://storiacostumeculturasocieta.blogspot.it/2017/06/cinque-domande-e-piu-iole-chessa.html)

 

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