IL SALONE DEL LIBRO DI TORINO VA OLTRE CONFINE
LA TRENTESIMA EDIZIONE INAUGURATA IERI
Fino al 22 maggio la grande kermesse letteraria accoglie editori, scrittori, lettori, poeti e il gotha della cultura, della politica e dello spettacolo
Grande attesa per Baricco e Pennac
di Manuela Minelli
Ha aperto ieri a Torino, nei padiglioni del Lingotto Fiere, la trentesima edizione del Salone del Libro, l’appuntamento più atteso della stagione letteraria italiana.
Cinquantaseimila biglietti venduti, di cui diciottomila online, più quindicimila ingressi omaggio per un totale di circa centoventimila euro già incassati. Senza contare tutte le migliaia di persone che visiteranno la più grande kermesse dell’editoria, sistemandosi pazientemente in fila per pagare il biglietto alle casse della fiera. Quindi il Salone del Libro di Torino ha già vinto la sfida con Milano e la sua Tempo di Libri, altra fiera del libro terminata di recente.
“L’immagine dell’edizione numero trenta è un libro che scavalca un muro e non è,
chiaramente, di questi tempi, un’immagine neutrale. Non è un’immagine oleografica, perché
la cultura – per chi la intende come la intendiamo noi – non è un oggetto da mettere in
vetrina ma una forza viva, trasformativa, che modifica il paesaggio circostante, che qualche
volta cambia addirittura le carte in tavola, o le regole del gioco, che non ti lascia come ti
aveva preso, che ti consente di fare esperienza”.
Con queste parole, il neo direttore editoriale Nicola Lagioia (scrittore vincitore del Premio Strega nonché grande divulgatore culturale) battezza il suo primo Salone Internazionale del Libro di Torino, l’edizione numero trenta dell’ormai storica manifestazione che da oggi e fino al 22 maggio celebra il prestigioso traguardo “anagrafico” scavalcando il perimetro della tradizionale e sempre vasta offerta editoriale per sconfinare in una programmazione culturale a tutto tondo che caratterizzerà per cinque giorni l’intero territorio cittadino. Lagioia afferma anche di non essere riuscito a dormire le scorse tre notti, ma che l’incredibile folla di persone, gioiosamente in fila per l’ingresso, lo ha ripagato di tutta la fatica e la tensione.
I numeri offrono la prima panoramica di ciò che sta accadendo nei 45 mila metri quadri di superficie espositiva dei padiglioni del Lingotto Fiere: circa undicimila i metri quadri commerciali (il 10% in più dello scorso anno) allo stato attuale occupati da 424 titolari di stand (nel 2016 erano 338), a cui si sommano i nove stand dei progetti speciali. Complessivamente il trentesimo Salone del Libro propone ad oggi 1.060 case editrici, dando vita a un programma che conta circa 1.200 appuntamenti disseminati nelle trenta sale a disposizione del pubblico, che vanno dai seicento posti della più grande, la Sala Gialla, ai venti dei laboratori didattici.
Il totale delle case editrici è rappresentato dalle 390 con stand proprio, da altri 360 editori italiani e stranieri ospitati da stand di colleghi, dalle presenze di dieci fra case discografiche ed editori musicali accolti nell’area ad essi dedicata e da quelle inserite nei dodici spazi regionali di Piemonte, Toscana (regione ospite), Basilicata, Calabria, Friuli, Lazio, Marche, Puglia, Sardegna, Sicilia, Umbria e Valle d’Aosta, oltre all’area di Matera 2019, e nei tre stand internazionali di Cina, Romania e Marocco, che insieme accolgono all’incirca ulteriori trecento realtà editoriali dei loro territori, ispirate nelle sue sezioni tematiche dal filo conduttore “Oltre il confine”, come recita il titolo di quest’anno.
Oggi si è iniziato con un film, protagonisti Roberto Saviano, Carlo Petrini, Alessandro Baricco, Maurizio Molinari, Andrea Camilleri, Gustavo Zagrebelsky, Massimo Gramellini e molti altri: tutti hanno spiegano che il Salone di Torino è un brand inimitabile, anzi il Salone del Libro è «ontologicamente» Torino. Il più applaudito è stato Camilleri che ha parlato di un Salone popolato da lettori animati da una curiosità estrema.
Varcando la soglia del trentesimo Salone del Libro di Torino sarà il pubblico stesso ad essere condotto “oltre il confine” per scoprire il volto autentico degli Stati Uniti (nazione ospite) con la sezione “Another side of America”, per incontrare donne che stanno cambiando il mondo, protagoniste di “Solo noi stesse”, per lasciarsi sorprendere dai reading di “Festa Mobile”, per affacciarsi sul futuro con gli appuntamenti de “L’età ibrida”, per conoscere l’Italia che risorge dal terremoto, ospite della programmazione “Il futuro non crolla”, per riconsiderare il vero valore del cibo e dell’alimentazione negli spazi di “Gastronomica”, per imbattersi nell’arte e nell’illustrazione di grandi maestri con “Match. Letteratura vs Arte”, per confrontarsi con la letteratura di frontiera dei “Romanzi Impossibili”, per trovare settantuno festival culturali italiani riuniti nel “Superfestival”, per farsi trasportare dalle sonorità dello spazio “Music’n’Books”, per assaporare la quiete autentica entrando dentro “L’isola del silenzio”, per far crescere i propri figli e nipoti con un libro in mano grazie al “Bookstock Village”, per superare i confini della fantasia con le iniziative, per J.R.R.Tolkien eKing. Ma anche, per vivere l’evento al di là dei padiglioni del Lingotto e dei suoi orari di apertura, perché il Salone si dilata popolando l’intero territorio cittadino con un fitta serie di incontri, concerti, reading, esibizioni, feste e kermesse culturali, musicali e artistiche, per animare ogni giorno e fino a tarda sera le location più suggestive del capoluogo subalpino. È il programma del Salone Off, che mai come quest’anno, in cui il Salone chiude i battenti alle ore 20, diventa un elemento integrante del programma della manifestazione, invadendo Torino ed espandendosi in altre quindici località del territorio provinciale e regionale. Oltre 150 luoghi coinvolti nei modi più disparati: alcune sono location insolite, come quelle occupate dal programma esterno di “Festa Mobile” (fra i tanti, la mongolfiera di Borgo Doraoil Sommergibile Andrea Provana al Parco del Valentino), oppure vere e proprie sedi distaccate del Salone come l’area dell’Ex-Incet per i concerti serali.
L’ IBF International Book Forum, l’area professionale per la compravendita dei diritti editoriali, occuperà quest’anno le sale del Museo Carpano di Eataly dove i 370 operatori dell’editoria ad oggi iscritti – di cui 128 stranieri da 29 Paesi, daranno vita a contrattazioni e appuntamenti commerciali. Ad essi si aggiunge la presenza di 40 realtà italiane e internazionali del comparto dell’audiovisivo di Book to Screen, sezione che IBF dedica alle produzione televisive, cinematografiche e new media, con alcuni dei marchi più importanti del settore a livello mondiale.
Tra i tanti ospiti attesi, spicca l’amatissimo scrittore francese Daniel Pénnac che torna al Salone del Libro di Torino per incontrare i lettori e per parlare con loro dell’ultimo libro del nuovo capitolo dell’interminabile “saga” della famiglia Malaussène in ben quattro appuntamenti.
Per meglio conoscere ed orientarsi nell’infinito mondo che vivrà per cinque giorni nei padiglioni di Lingotto Fiere, è stata creata un’app facile da consultare, SalTo 30, disponibile sia per Android che per Ios.
Tra i tanti che ieri hanno preso la parola al taglio del nastro, la sindaca Chiara Appendino ha affermato: «Non nascondo neppure io l’emozione che è quella di una città, il Salone è la dimostrazione più bella ed evidente che Torino non è solo una città, ma una comunità, che ha saputo reagire in modo corale per tutelare questo Salone, oggi possiamo festeggiare un grande evento che compie 30 anni e può guardare con ottimismo al futuro». La Appendino ha poi ringraziato i fondatori Accornero e Pezzana, la passata gestione Ferrero e Picchioni e ha poi continuato: «Torino non smetterà mai di scommettere sulla propria offerta culturale, qui tradizione, rigore e serietà si mischiano a passione ed entusiasmo: questo è il valore di Torino e di questo Salone». Poi ha parlato il presidente della Regione Sergio Chiamparino, che ha salutato l’ex sindaco Piero Fassino presente in sala: «Questa inaugurazione a differenza delle altre la vivo con particolare emozione, perchè vedo uno scatto di orgoglio che vidi soltanto nelle Olimpiadi». E ha concluso dicendo: «Come possiamo non essere disponibili a che in Italia si rafforzino le possibilità di fare eventi culturali: pensare che a Torino a maggio non ci sia il Salone del Libro a maggio è come immaginare lo skyline di Torino senza la Mole ».
Il presidente del Senato Pietro Grasso ha ringraziato in particolare tutti i librai , poi ha definito la nuova edizione del Salone: «Un libro che scavalca un muro, e con lui le barriere mentali e sociali, è un tema che sconvolge i parametri della tradizione, per comporre una grande vetrina del sapere e della cultura. Il profumo della carta stampata, la lettura sono una porta sull’universo e sul mondo. Leggere un buon libro apre le menti e ossigena le coscienza, più si conosce e più si è liberi, oggi abbiamo bisogno di tanti momenti di riflessione».
E noi non possiamo che essere d’accordo!