TESTAMENTO  DI…VINO

 

Mio padre mi guidava tra i filari

di grappoli opulenti, e con amore

ne notava la forma e il colore;

parlava di raccolti spesso avari,

 

di patimenti, di fame, di lune.

Poi brillò l’uva nei ricchi palmenti

-sommesso clamore di perla-. “Senti,”

diceva, “da ogni luce resti immune

 

il mosto e da molesti soffi ghiacci.

E pace abbia per tutto l’inverno.

Ma, divenuto vino, con paterno

governo, quando il tempo non minacci,

 

travasa all’ultimo quarto di luna”.

Mio padre mi guidava tra le botti,

sfiorava cerchi e doghe. “Anche le notti

devi vegliar se vuoi aver fortuna.

 

Del vino, tu vedrai, niente ti rende

più sazio: tanto in sé somma d’odore,

di colore, sapore e di vigore.”

Così diceva a me fanciullo (Accende

 

lumi la sera che rattrista.) E venne

poi il tempo del “Nunc est bibendum”, “vina

liques”, della letteraria cantina.

La vita più mio padre non sostenne.

 

Ora egli parla con bocca di vento:

lievi parole che graffiano il cuore.

Tra filari di stelle, dio minore,

ancora scruta il tempo, ancor l’avvento

 

attende ansioso della pioggia: solo,

spirito dolce e mesto, dopo il volo.

 

 

 

poesia di Pasquale Balestriere, dalla raccolta DEL PADRE, DEL VINO (ed.ETS, Pisa, 2009)

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

2 commenti su “

  1. Francesco

    Pasquale Balestriere è un poeta che amo molto, lo leggo spesso su questo blog e su altri blog, ed apprezzo il suo stile fatto di endecasillabi orchestrati con assonanze e musicalità. Ogni sua poesia è un dialogo con la terra e tutti i frutti che essa sa regalare alla mano amica dell’uomo. Anche in questa poesia si sente la voce della terra che parla attraverso il padre e il vino, ed è questo modo ancestrale di appartenersi, quello che ci mantiene in comunicazione
    “egli parla con bocca di vento”
    con chi ha lasciato la sua orma nel nostro cuore.
    Grazie Andrea per questa proposta, è stata una piacevolissima lettura
    Francesco

  2. Pasquale Balestriere

    Ringrazio Francesco per questo suo intervento che ho molto gradito. Francesco, poi, era il nome di colui che “mi guidava tra i filari … tra le botti”, era il nome di mio padre. Ora è il nome di mio figlio.
    Grazie anche al caro Andrea per l’ospitalità.
    Pasquale Balestriere

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