ALLA LUNA
O graziosa luna, io mi rammento
che, or volge l’anno, sovra questo colle
io venia pien d’angoscia a rimirarti:
e tu pendevi allor su quella selva
siccome or fai, che tutta la rischiari.
Ma nebuloso e tremulo dal pianto
che mi sorgea sul ciglio, alle mie luci
il tuo volto apparia, che travagliosa
era mia vita: ed è, né cangia stile,
o mia diletta luna. E pur mi giova
la ricordanza, e il noverar l’etate
del mio dolore. Oh come grato occorre
nel tempo giovanil, quando ancor lungo
la speme e breve ha la memoria il corso,
il rimembrar delle passate cose,
ancor che triste, e che l’affanno duri!
GIACOMO LEOPARDI
Tra i canti leopardiani del ciclo idillico (1819-1821) la lirica “Alla luna” -nata dalla contemplazione e dal ripiegamento del poeta su se stesso- rappresenta l’evasione dalla realtà attraverso la rimembranza: una realtà dolorosa confortata dalla speranza”… Oh come grato occorre / nel tempo giovanil, quando ancor lungo / la speme e breve ha la memoria il corso, / il rimembrar delle passate cose /…” Idillio compiutamente perfetto in cui “il pensiero non soffoca, ma sostiene e solleva l’ispirazione” ( G.De Robertis). Per attualizzare il tema in oggetto, mi piace citare il seguente passo, tratto dal recentissimo libro di A.D’Avenia, “L’arte di essere fragili” -come Leopardi può salvarti la vita- (pag.85) “…L’hai cantata come i lirici greci, la luna, perché ne andava del senso della tua vita. L’hai cantata nella tua adolescenza, periodo della vita in cui lunga e’ la speranza e corto il corso della memoria, perche’ sull’esperienza prevale lo slancio verso il futuro. L’hai idealizzata come simbolo dell’arte di sperare, quando la vita si era fatta ormai troppo pesante”. E mi fermo qui, con l’immagine della “superluna “che splende in cielo questa notte. Un caro saluto
Ti ringrazio, Fiorella, per questo tuo denso e articolato commento. A dire il vero la poesia proposta oggi non è tra le mie predilette, del grande Recanatese…ma Leopardi è indiscutibilmente il poeta della luna e come far mancare la sua voce oggi, giorno della “superluna”? non va peraltro taciuta l’annotazione di Lucio Felici a proposito della data di composizione dell’idillio: “quasi certamente nel 1819, forse nel giorno del compleanno del poeta, come fa supporre l’espressione or volge l’anno“. La luna e Leopardi indissolubilmente legati, quindi. Un caro saluto
Caro Andrea, ottima scelta “Alla luna” considerata la nottata speciale! E’ sempre un piacere e un’emozione rileggerla. E poi Leopardi è in ogni caso una garanzia…
Saluti
Monica
Grazie, Monica, spontaneo è stato da parte mia pensare all’idillio leopardiano in una notte di luna piena davvero particolare. Un caro saluto