Da una settimana meravigliosamente mi “perseguita” (non faccio che ascoltarla e riascoltarla) la Fuga dal Prelude and Fugue No.3 in C-sharp major BWV 872 (The Well-Tempered Clavier, Book II di Johann Sebastian Bach, nella somma esecuzione di Glenn Gould). Non sempre si può contare -occorre riconoscerlo- di questi tempi così tambureggianti su stati d’animo atti a godere di tali altezze compositive “filtrate” da un pianista fra i più grandi del Novecento, forse il più originale di tutti: Glenn Gould, appunto. Protagonista peraltro di un avvincente romanzo di Thomas Bernhard, Il soccombente, di cui mi permetto di raccomandare la lettura…anche per la profonda rappresentazione di una tragedia: quella della mediocrità, come dolorosa consapevolezza di chi ebbe ad incrociare musicalmente nella finzione narrativa la genialità di Gould, il pianista canadese cui dobbiamo senz’altro la fruizione non “romantica”, inaudita, dell’opera per tastiera di Bach.
Andrea Mariotti
Divina musica di Bach nella straordinaria interpretazione di Glenn Gould, uno dei più grandi pianisti del XX secolo! Deliziata dall’ascolto della Fuga dal “Prelude and Fugue n.3 in C-sharp major BWV 872”, riconosco anch’io che e’ un privilegio saper godere di tali “altezze compositive” nei tempi che corrono. Bellissima e appropriata la tua citazione, Andrea, del romanzo “Il soccombente”, capolavoro dello scrittore austriaco Thomas Bernhard, in cui lo scontro tra due “semplici” talenti e un vero e proprio genio (Glenn Gould) diventa il preludio di una catastrofe annunciata. Un caro saluto.
Accolgo con gratitudine questo tuo squisito e dotto commento, Fiorella, in quanto ieri sera mi sentivo particolarmente stanco… non dimenticando però la motivazione primaria per la quale nacque sette anni fa il presente “incrocio poetico”: quella della condivisione del Bello, ragion per cui ho scritto la mia breve nota dopo essere giunto nei giorni passati all’acme dell’ascolto della succitata, “ipnotica” Fuga. Un caro saluto
Sempre una meraviglia ascoltare e riascoltare Bach e la sua perfetta e geometrica armonia.
Personalmente apprezzo molto l’interpretazione di András Schiff.
Un caro saluto
Proprio così, Monica, Bach è Bach, nel senso che la sua musica esprime un equilibrio di poesia e scienza compositiva senza pari. E Schiff, fra i pianisti d’oggi, è davvero un grande artista (vedi per esempio il suo modo di affrontare Domenico Scarlatti, nonché il repertorio romantico, a riprova della sua polivalenza interpretativa). Un caro saluto