ARIETTA SETTEMBRINA
Ritornerà sul mare
la dolcezza dei venti
a schiuder le acque chiare
nel verde delle correnti.
Al porto, sul veliero
di carrubbe l’estate
imbruna, resta nero
il cane delle sassate.
S’addorme la campagna
di limoni e d’arena
nel canto che si lagna
monotono di pena.
Così prossima al mondo
dei gracili segni,
tu riposi nel fondo
della dolcezza che spegni.
Alfonso Gatto
Di fronte alla poesia “Arietta settembrina” di Alfoso Gatto, intensa e suggestiva trasfigurazione della natura nel passaggio dal “clamore” dell’estate al “silenzio” dell’autunno, attraverso immagini sfumate, spunti visivi (“le acque chiare”,”l’estate imbruna”) e uditivi (“la dolcezza del vento”, “nel canto che si lagna”), il pensiero mi corre alla lirica dannunziana ” I pastori”, in cui il Vate avverte il richiamo che si lega al nome e al ricordo di Settembre e rivive in forma pacata e solenne, al tempo stesso, il mito nostalgico del mondo arcaico dell’Abruzzo.Un caro saluto.
Sì, Fiorella, come ben dici la lirica di Alfonso Gatto è intensa e suggestiva: carezzevole aggiungerei, come la dolcezza dei venti evocata dal poeta nella prima strofe del suo settembrino canto. Un caro saluto