Piangerti ma gioire, nel saperti
divenuta cometa
così prossima al sole.
Sempre negavi l’evidenza d’ogni
cosa; per questo bussi alla mia porta,
già stufa d’esser morta.
Le Dolomiti ora svettano in cuore;
ché sei radiosa e bella,
rassomigliante al Sella
con le tue crode di dolore asciutto.
Atroce lutto hai conosciuto in terra
sopravvivendo a entrambi i figli tuoi.
Ma ricca del sorriso,
coi santi giochi a carte in paradiso.
(poesia di Andrea Mariotti del 2000; inclusa nella silloge Spento di sirena l’urlo; Ibiskos Editrice Risolo, 2007)
P.s. la poesia in oggetto, dopo aver ripensato a lungo quest’oggi ai chiari occhi di mia zia di parte materna…a/m
Conosco bene, Andrea, la silloge “Spento di sirena l’urlo” (2007) da cui è tratta la bellissima poesia da te riportata sul blog: una poesia che non va commentata, ma contemplata nella sua liricità espressiva, nel suo rigoroso realismo, nella sua disincantata ironia…Un caro saluto.
Ed io ringrazio te, Fiorella, per il bellissimo commento ai miei versi che ieri ho riscoperto ripensando come ho scritto ad una grande donna, mia zia, capace di sorridere fino all’ultimo con i suoi indimenticabili occhi azzurri. Un caro saluto
Complimenti caro Andrea per questa bellissima poesia, anche commovente a tratti; un affettuoso omaggio alla memoria che segue un ritmo di fresca e ironica grazia
Ti ringrazio per le tue parole, cara Monica e ti confesserò che mi son commosso non poco la settimana scorsa allorché una vera e propria intermittenza del cuore mi ha posto in contatto diretto con lo spirito di questa formidabile donna che è stata mia zia…così ho pensato di onorarne la memoria proponendo i miei versi; scritti, ricordo, in pochi minuti in quanto in preda ad una vera e propria scossa. Un affettuoso saluto
Caro Andrea, questa intensa poesia è un’impronta che il passaggio della tua cara zia ha lasciato nel tuo cuore. Si apprezza nella chiusa l’atto di riconoscenza che sublima nella rima sorriso/Paradiso, ma è nell’incipit che scorgo l’affetto, poiché solo amando si accetta il trapasso che non è fine ma inizio di una nuova vita.
Un abbraccio
Francesco
Ho apprezzato molto, caro Francesco, il tuo accenno all’incipit dei miei versi, in quanto mi sembra di poter dire che proprio in virtù di esso il lettore è “trascinato” con rapidità estrema in medias res; ossia nel flusso affettuosamente ironico e immaginoso della lirica in memoria della mia “dolomitica” e grande zia. Un abbraccio anche da parte mia