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La foto qua sopra, da me scattata nel pomeriggio a L’Aquila, dà conto delle condizioni attuali della cupola di una chiesa famosa, quella del Suffragio, nel centro cittadino, a sette anni dal sisma del 6 aprile 2009. Una sentita coincidenza cosmica ha voluto che proprio oggi io abbia potuto osservare coi miei occhi (trovandomi nelle vicinanze) il faticoso, tribolato ritorno alla vita della città abruzzese; e di coincidenza parlo in quanto non più tardi di ieri pomeriggio un terremoto di magnitudo 7,8 ha duramente colpito la costa settentrionale dell’Ecuador, con un bilancio di più di 230 vittime e 1.500 feriti (bilancio destinato in tutta evidenza a crescere). In Ecuador e precisamente a Quito vive da più di dieci anni mio fratello, il papà della cara nipotina Tiziana (dedicataria nel giugno 2015 di una mia poesia in occasione della sua prima visita in Italia). Mio fratello si trovava ieri pomeriggio con la famiglia in un supermercato di Quito nel momento della potente scossa, riuscendo fortunatamente ad allontanarsi con i suoi cari mentre il tetto del locale cominciava a crollare.

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