Augurandomi di non annoiare il visitatore del presente blog mi permetterò, in questo 2016 che segna i 260 anni dalla nascita di W. A. Mozart, di caldeggiare l’ascolto della sonata per pianoforte e violino K 377 del genio di Salisburgo. Essa è davvero ferrosa, “duole amara” (parafrasando un celebre verso delle montaliane Notizie dall’Amiata); ma non fa pensare al “vento del nord” invocato dal grande Genovese nella suddetta poesia, bensì al “Libeccio” che “sferza” (sempre chiamando in ausilio il Montale della stupenda Casa dei doganieri). Io l’ho riascoltata in questi giorni, la sonata mozartiana di cui stiamo parlando: giorni tiranneggiati -qui a Roma dal punto di vista meteorologico- per l’appunto da un vento teso di libeccio che danni e disgrazie ha provocato, purtroppo. Incredibile comunque per quanto mi riguarda la fortissima assonanza percepita fra la partitura in oggetto e il cielo livido dello scorso fine settimana…ma per dire più intrinsecamente di questa musica mozartiana, ebbene essa risale al luglio del 1781 e fa parte di un ciclo di quattro sonate composte a Vienna in tale anno dal Maestro. Lo stesso Massimo Mila, mai troppo tenero con Mozart, parla al riguardo di una sonata “esaltata, ardente, quasi tumultuosa” (soprattutto nel primo movimento; seguito da cupe e stupende Variazioni in minore, suggellate da un Minuetto di ipnotica bellezza). Cosa aggiungere ancora? mai stancarsi di interrogare i Grandi Classici, così mi sento di concludere questa breve nota; nel senso che da anni non riascoltavo la sonata K 377 di W.A. Mozart, diméntico della sua febbrile e sconcertante attualità.
Ero ad un concerto di musica jazz, ieri sera, tenuto dal trio Billie Holiday project (tributo ad una delle voci femminili di maggior rilievo nel panorama jazz internazionale) mentre tu, Andrea, suggerivi ai visitatori del blog l’ascolto della sonata per pianoforte e violino in Fa maggiore K377 di Mozart. Soltanto ora ho potuto deliziarmi con la magica musica mozartiana. Che dire dell'”Allegro grazioso” iniziale, seguito dal “tema con variazioni” nel secondo Movimento (a tratti vivace, a tratti umbratile) e del Minuetto finale in cui briosità e malinconia si alternano e si contrastano in un’armonica, sublime melodia d’insieme? Chiudo con un pensiero di Arthur Miller: “Mozart e’ la felicità prima che questa sia giunta a compimento”. Un caro saluto.
Il fatto è, Fiorella, che la K377 è immediatamente successiva alla “graziosa” sonata sempre per pianoforte e violino K376 anch’essa in Fa maggiore e del luglio 1781: che impennata mozartiana nei territori dell’inquietudine febbrile con la K377, quindi! misteri del genio, altro non si può dire, credo. Un ringraziamento per questo tuo dotto commento coronato dalla bellissima citazione del pensiero di Arthur Miller. Un caro saluto