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meglio essere nemici del popolo
che nemici della realtà
P.P. Pasolini, LETTERE LUTERANE
Scene da basso impero
biscardiano, sui teleschermi
del popolo italiano dopo
la strage di Milano:
forse perché della fatal quiete
tu sei l’immago, calcio
d’agosto epicamente
esposto?
E voi, onnipresenti
vibromassaggiatori,
sublime fiction della Giustizia
che i glutei fa tremar:
non vali un obolo,
decorticato popolo;
con un bicchiere di buon
Galestro, la spina stacchi
da via Palestro…
abbiate Fede!
nella repubblica delle
banane la confusione
delle puttane è combustione
di fibre umane;
e sulle fette nerite
e schiette dei vigili
del fuoco, spalmate
il miele presidenzial:
mangiate sano,
tornate alla natura,
diletti figli della
Resistenza.
Andrea Mariotti, 1993, poi inclusa in Lungo il crinale, 1998, Bastogi Editrice Italiana.
E SI’ CHE E’ UNA POESIA MOLTO ATTUALE,
anzi direi visionaria, nello stile di un grande che mai si sottrasse all’impegno civile con la furia di un cuore mite: P.P.Pasolini. E tu insegui “quelle” orme, Andrea, molto perchè le senti e vivi con passione; nella SPERANZA CHE ALMENO “LEI”, la poesia, scaturita dal sangue rosso di un cuore con una “goccia bianca che lo rinnova sempre”, agisca e scuota là dove c’è impotenza per tiepidezza di volontà, ignavia per dannazione di passaggio in Terra. Un abbraccio, Mirka
Sono fortunato di poter essere un fruitore, in quanto lettore della grande poesia di Andrea Mariotti, sempre ispirata e mai autoreferenziale. Lacrimosa è uno dei massimi esempi di poesia civile e, se posso permettermi, molto vicina al nostro più grande poeta del ‘900: Pier Paolo Pasolini
sono, purtroppo, parole attuali e veritiere.
Un grazie di cuore a Debora Serracchiani, volto nuovo e agguerrito di una politica italiana che deve cambiare; perché, come ricorda il grande Francesco De Sanctis nelle sue pagine leopardiane, “uomo senza società si sente vedovo”.
Andrea Mariotti
Grazie per queste parole così gratificanti, Daniele. Io posso dire soltanto che la poesia a me più cara in assoluto è la GINESTRA di Giacomo Leopardi, laddove lirismo e indignazione sono davvero una colata lavica. Perché dal cantore dei nostri dolori nasce tale esempio di poesia civile, non a caso molto amata da Pasolini. Insomma, la mia LACRIMOSA che ho riscoperto, si riallaccia, credo, ai decenni di formazione leopardiana.
Un abbraccio
Andrea
Grazie molte, Mirka, per questo tuo commento; hai compreso bene come io abbia scritto tali versi con lo stesso trasporto che di solito si riserva all’amore. Venuti di getto e basta, col gioco delle apocopi a “troncare” il dettato poetico, così come brutalmente sono state troncate tante, troppe esistenze nel nostro paese delle stragi impunite.
Un abbraccio
Andrea
A proposito di LACRIMOSA e della serata dedicata a Pasolini
Caro Andrea,
è poesia di passione, sporca di terra, sangue, dolore , ma ricca di intensità e di impensabile musicalità. Rime interne ed esterne a sottolineare la feroce realtà di una storia che sembra impossibile rendere in poesia. Serata di insegnamenti. Di percorso lungo e faticoso per te, caro Andrea, affascinante e commovente per noi, attraverso gli itinerari di un poeta come Pasolini; poco capito e spesso troppo criticato, che tu e Parrello ci avete insegnato ad avvicinare e ad amare. La tua, di poesia civile, è grande forma di denuncia e di riscatto…, ma, inevitabilmente, spezza l’anima!
Stavo parlando, alcuni giorni fa, con un mio amico, della presenza costante dell’invettiva negli scrittori di riferimento italiani, che poi sono tutti ANTIitaliani: Dante, Leopardi, lo stesso Manzoni. Mi sembra che Andrea Mariotti si iscriva a pieno titolo in questa pregiata casta, con una poesia affilata come un rasoio, classica e insieme modernissima. La materia trattata lascia sgomenti, c’è un alito fetido di fondo che purtroppo niente può eliminare: il tempo non lenisce, aggiunge dolore a dolore. Con la sensazione che proprio quella morte della patria, citata nell’ultimo verso, abbia dato origine a tutto. Grazie, Andrea, per questa virile assenza di speranza, così condivisa da me.
Grazie, Luca, per questo tuo commento che tramite il web viaggia velocemente, ma che comunque mi giunge da Quito, dove quest’estate ci siamo rivisti dopo quattro anni; anni nei quali hai seguito con attenzione e affetto il corso della mia poesia. E già che ci siamo: perché non chiedere ad un fratello accreditato come traduttore presso l’ambasciata italiana di Quito una versione spagnola di LACRIMOSA?
Un saluto fraterno
Andrea
Grazie, Maria, per aver valorizzato con le tue parole “il gioco” sinistro delle rime di LACRIMOSA, quale probabile plus-valore testuale; ricordo che, scrivendola, visualizzavo un tragico coro greco, il cui brusio, stava a dire le parole sprezzanti del potere distruttivo e insensato degli umani. Circa la recente serata dedicata a Pasolini che dirti a mia volta, se non un grazie per il tuo partecipe e profondo ascolto?
Andrea
Andrea, amico nuovo e antico. Oggi, dopo un oblio di secoli, o di attimi, del nostro tempo “comune”, ci siamo ritrovati. E mi sono commosso. Ti sono grato per quello che hai detto questa sera, per quello che scrivesti nel ’93, e per tutto quello che non ho letto e ancora non conosco di te. Grazie per le tue parole, non parole, ma p a r o l e, cioè pensieri come coaguli di sangue, percussioni di ossa, assalti di lacrime, che celano il mistero della gioia. Grazie per aver voluto dividere con me e con il nostro comune amico, la desolazione della Tuscolana, la ferocia della via Appia e il crepuscolo dai Colli Albani. Ma nuovi tramonti e nuove aurore ci attendono. Cosi palpita il mio cuore, così vibra il mio spirito. Pio Ciuffarella
Grazie, Pio, per quanto mi hai scritto. Ricordo benissimo l’ottobre del ’93, quando vennero alla luce i versi di LACRIMOSA: frequentavo allora un grande pittore fiorentino, Oreste Borri, autore di un ciclo pittorico, quello della “CITTA’ OSTILE”, denso di oscuri presagi; ebbene, al cospetto di un tale artista così problematico e inquietante ho scritto versi a quanto pare vivi ed attuali, nel colore del lutto e del disincanto amaro. Tant’è. Lo voglio ringraziare qui pubblicamente il grande Oreste, classe 1920, che ne ha viste e dipinte tante, di città ostili. Per quello che mi ha trasmesso, in termini di consapevolezza acre della storia e della bellezza. A te, Pio, il mio saluto più cordiale. Andrea
Le onde del mare mi hanno portato il messaggio della tua poesia “Lacrimosa.”
Così trascinante, vera, viva da scavare il cuore e scevra da ogni commento di diniego.
I versi hanno il potere di far riaffiorare flash trascorsi, in contrasto con i presenti ancora vivi e terribilmente simili.
La visione odierna che tu ne hai dato è senza dubbio pregevole e va a toccare quel concetto immutabile, mai trasformato in evoluzione, se non
in apparenza.
Lo specchio chiede le stesse domande e riceve le stesse risposte.
Tu, poeta sensibilissimo, hai preso piena coscienza del tutto e lo esponi con senso di amara ironia attraverso visibilil lacrime di sangue, che cercano di riprendersi ciò che ci è stato tolto. Grazie Andrea.
Grazie, Patrizia, per questo tuo commento alla mia Lacrimosa; “pittrice” della poesia quale mi sembri, con risonanze amare e delicate ad un tempo, mi hai fatto venire in mente un dipinto di Oswaldo Guayasamin, Lagrimas de sangre del 1973, che ho potuto osservare a lungo l’estate scorsa a Quito, nella Capilla del Hombre. Opera dedicata ad Allende, Neruda e Jara, essa raffigura un volto scarnificato e attonito che piange per l’appunto lacrime di sangue… violenza atroce della Storia, che non ha certo un occhio di riguardo per il nostro paese (paese, ricordiamolo, delle stragi impunite, coi familiari delle vittime costretti a pagare le spese processuali: vedi piazza Fontana). Un abbraccio. Andrea
Carissimo Andrea, c’è voluto un bel po’ di tempo per decidermi a lasciare un commento nel tuo blog e lo faccio molto volentieri su questa poesia da te consigliata. Qualsiasi mia parola potrebbe essere banale, la tua poesia civile ha mille contenuti. Rabbia, satira, onestà intellettuale, oltre che un indubbia tecnica. Lascia il segno, l’amaro in bocca, fa riflettere. Di fronte alla sconcertante superficialità del popolo le tue parole pesano come macigni, bisognerebbe farne un manifesto. Bellissima la frase di premessa di Pasolini.
Ora vado a leggere altre cose.
Benvenuto, caro Alessandro, fra i commentatori del blog. Grazie per aver voluto lasciare una tua testimonianza in merito a Lacrimosa, la poesia con la quale non a caso ho scelto di cominciare il mio incrocio poetico sul web. Andrea
Nel tuo ultimo post parli del tempo passato da quando iniziasti questo blog e di Oreste Borri le cui opere pittoriche hanno influenzato la tua arte poetica che io ho iniziato ad apprezzare da troppo poco tempo.
Così sono venuto indietro fino al tuo primo post per scoprire questa tua opera d’arte. Questa tua lirica è magnifica se pensata nel tempo in cui fu scritta, ma mantiene un qualcosa di attuale, in quanto abitanti di quella repubblica delle banane.
Aggiungo qualche nota poetica (se me lo concedi, la mia è poca cosa al tuo cospetto) generata dai tuoi versi:
il ciarpame televisivo
ha sporcato il catrame,
finchè la premiére dame
ha svelato il gioco più antico del reame
Un caro saluto
Francesco
Grazie, Francesco, per il tuo intervento, che dimostra la percezione del mio intento non auto-celebrativo (almeno nelle intenzioni) in una data per me significativa (quella della nascita del presente blog). E’ sempre bello poi, vedere la poesia che mette in moto altra poesia. Un caro saluto anche da parte mia