ERA QUELLA
Era quella la vita
che dovevamo vivere,
non questa che abbiamo scelto
per follia, questa
che ci divora
e ci rende atomi di solitudine.
E’ rotta ormai per sempre
la comunione
con la profonda natura?
Neppure la morte
sarà riparo
al sacrilego ripudio?
Natura, grembo
che ancora ti attende…
poesia di David Maria Turoldo, da Intermezzo antico
Canto d’amore per un ritorno all’intesa, alla comprensione, alla fratellanza umana, ad una vita che non condanna all’amara solitudine… Melodico inno alla natura,”grembo che ancora ti attende”, dove ascoltare- in una panica comunione- il grido segreto dell’anima…Simbiosi perfetta di lirismo e realismo nei versi del religioso e poeta David Maria (al secolo Giuseppe)Turoldo, da te -Andrea- lodevolmente citati nel blog. Grazie ed un caro saluto, Fiorella.
Colgo l’occasione per dire, Fiorella, che la scelta della poesia di Turoldo mi è apparsa appropriata dopo aver letto ieri di una gigantesca fuga di metano, in California, nella cintura urbana di Los Angeles, cominciata nell’ottobre scorso e tuttora lungi dall’essere domata. Un vero e proprio disastro ecologico che ha comportato e comporterà disagi enormi per la popolazione ivi residente, per non parlare dei gravi rischi per la salute collettiva. E così mi sono ricordato della poesia che poi effettivamente ho presentato, semplice e profonda ad un tempo. Anch’io ti ringrazio per la costante e competente attenzione. Un caro sauto
Carissimo Andrea, ho esitato un po’, per tema di esibizionismo, ma alla fine mi sono deciso, considerando che è maturo il tempo per un’inversione di rotta nei confronti di Madre Natura. Vorrei commentare con questi miei versi la stupenda e schiaffeggiante poesia di Turoldo, che ovviamente condivido e faccio mia nel profondo:
“Saggia campagna,
malgrado lo scempio
prolifichi sempre copiosa.
Tu amante, tu madre, ti doni
e urla il contadino
nell’amplesso di puro amore.
L’albero dà frutti
pompati dal regno incontaminato,
stracarichi dell’energia
di cui è pregno il tuo ventre.
E ogni pomo è il padre,
il figlio, lo spirito santo“.
L’auspicio è che l’umanità sappia recuperare al più presto i sentimenti di devozione sacrale nei confronti del pianeta che le è stato assegnato per decisioni cosmiche. Altrimenti si chiuderanno i canali… e saremo fritti.
Un grandissimo abbraccio.
Franco Campegiani
Nessun’ombra di esibizionismo da parte tua, carissimo Franco, anzi! hai fatto bene a includere nel commento questi tuoi versi tesi e battenti, di schiettissima e vibrante ispirazione. Ti confesserò che aspettavo un tuo intervento, di fronte a una poesia come quella di Turoldo così incisiva e congeniale al tuo sentire. Un caloroso abbraccio anche da parte mia
Ho trovato – su segnalazione di Franco- la poesia di Turoldo che sottoponi alla lettura dei visitatori del blog.
Padre David è stato un religioso/laico – se mi consenti l’espressione – (e forse proprio per questo scomodo) che ha voluto pregare in poesia: una preghiera, anche “Era quella”, rivolta agli uomini più che a Dio, al loro “sacrilego ripudio” della Natura, mai stanca di attenderci per offrirci ancora il suo grembo.
Grazie, un forte abbraccio,
Sandro Angelucci
Ho sempre amato la poesia di Turoldo per la sua limpida, essenziale problematicità; e chi peraltro ne scrive criticamente in modo saliente come Carlo Bo, grande e indimenticabile studioso. Grazie a te per il tuo commento, ricambiando il tuo abbraccio