A GIORGIO CAPRONI
Poeta, esattamente
un anno fa mi guidavi
la mano. Alludo, lo sai,
al tuo distico tranchant
SOTTO LE FESTE apparso
nel mio blog a ciel sereno:
“Rullano lontani tamburi.
Auguri auguri auguri.”…
di nuovo la tua voce, ora?
all’erta sto, aduso e pronto
a rime tue baciate e aguzze
Andrea Mariotti, poesia inedita, 29 dicembre 2015
… ai visitatori del presente blog i miei auguri di Buon Anno, nel segno del poeta del nostro Novecento da me più amato. La poesia inedita la dedico al momento con viva, sentita amicizia a Silvana Caproni, figlia del grande Livornese, con la quale ho avuto un cordiale scambio di auguri per telefono il 24 dicembre scorso. Nella foto, la targa all’interno della Scuola elementare Francesco Crispi, a Roma, in onore del poeta.
Andrea Mariotti
P.S. 30/12/2015: con soddisfazione e gratitudine ho ricevuto questa pomeriggio la telefonata di Silvana Caproni, la quale anche a nome del fratello Attilio Mauro -dedicatario di una stupenda poesia del padre, inclusa nella raccolta IL MURO DELLA TERRA– mi ha ringraziato per i miei versi lodandoli per la loro bellezza (A.M.)
Ti confesso Andrea che il tuo amore per Caproni, che ho avuto modo di leggere e condividere su questo blog, mi contagia sempre con maggiore emozione. Da lettore mi piace accomunare il vostro stile poetico, che secondo il mio semplice parere molto si somiglia. Mi colpisce lo stile asciutto, essenziale, capace di arrivare dritto al nucleo poetico, donando al lettore quel quid su cui sviluppare il sentire poetico. Questa rara capacità di stabilire un dialogo con il lettore. La poesia è solo l’inizio poiché è nelle riflessioni che scaturisce che si completa.
La tua poesia inedita è così, essenziale e totale, esprime tutto il tuo sentire.
Allora, ecco una poesia del nostro amato poeta che dedico a Te con gli auguri più sinceri:
INDICAZIONE
– Smettetela di tormentarvi.
Se volete incontrarmi,
cercatemi dove non mi trovo.
Non so indicarvi altro luogo.
Un caro saluto
Francesco
Grazie, Francesco, per questa immeritata dedica alla mia persona (non affermo ciò con quello spirito salottiero che non mi appartiene): immeritata in quanto non vorrei come si suol dire confondere le acque, considerando a quale poeta (sempre più letto ed amato, al giorno d’oggi, non soltanto in Europa) ho dedicato io nella presente “pagina” i miei inediti versi; intrisi, credo, di un ascolto profondo della voce del grande Livornese. Il 29 dicembre del 2014 chi scrive, in effetti, non sciogliendosi in augurale melassa per l’imminente anno nuovo, stava come di sentinella a scrutare vanamente un quid che non lo convinceva, nell’oscurità dei giorni. Sempre lo scrivente si è poi specchiato, senza rassicurarsi, nel distico caproniano Sotto le feste presentato di conseguenza nel blog … a questo punto abbiamo veduto tutti, purtroppo, com’è cominciato il 2015 (Parigi, 7 gennaio scorso); per non dire del seguito, fra bombardamenti, migrazioni incontenibili di persone disperate, drammatici naufragi nel Canale di Sicilia; e, a novembre scorso, il venerdì atroce sempre a Parigi. Così, recentemente, ho pensato al potere sciamanico del suddetto, affilato distico. Questa, in breve, l’occasione alla base dei miei versi inediti in oggetto innegabilmente vibranti di quell’amore grande che porto ad una poesia che dal CONGEDO DEL VIAGGIATORE CERIMONIOSO (1965) fino alla morte di Caproni, mi pare esemplare in quanto a trasparenza aguzza di mezzi espressivi atti a scrutare una ontologia decisamente negativa (così come ha osservato Italo Calvino; rammentando da parte mia tutto ciò nel testo critico dedicato a Caproni e apparso nel blog il 9 aprile scorso; poi pubblicato nel numero 61 della Rivista letteraria I fiori del male). Se avrai la pazienza di leggere o rileggere tale mio testo, Francesco, vedrai anche che non trascuro di far mie le ragioni di Pier Vincenzo Mengaldo (curatore del Meridiano dedicato a Caproni) a proposito di un certo manierismo percepibile nella silloge IL FRANCO CACCIATORE del grande Livornese (1982; dalla quale hai estrapolato i versi caproniani che mi hai dedicato); silloge fin troppo esaltata dal quell’inguaribile seppur geniale esteta che rimane Pietro Citati. Non mi stancherò di ripetere (innanzitutto a me stesso) che proprio ciò che maggiormente amiamo va sottosposto a costante esercizio critico. Sicchè, non dev’essere un caso la convergenza piena di critica e di pubblico dei lettori a proposito della raccolta caproniana IL MURO DELLA TERRA (1975) nella quale è incluso il citato distico Sotto le feste… che dirti caro Francesco, in conclusione di questa mia lunga e spero non prolissa risposta? che “picassianamente”, coi miei limiti grandi, io non cerco, bensì trovo Giorgio Caproni, nella vicenda quotidiana che mi capita di attraversare. Un caro saluto a te, insieme agli auguri di Buon Anno.
Ricordo perfettamente la presentazione sul tuo blog -lo scorso anno in questa data- del distico di Giorgio Caproni, di cui oggi ci riproponi la lettura, grazie alla lodevole citazione che ne fai nei tuoi versi inediti dedicati alla figlia del grande poeta. Che dire, se non complimentarmi ancora una volta con te, Andrea, per la squisita, geniale maniera di rendere omaggio alla raffinata sensibilita’ poetica ed estetica di uno dei massimi scrittori del Novecento! Tu sai quanto sia a me caro, per le ragioni di cui credo di averti parlato, Giorgio Caproni, il poeta che ha saputo dar voce -per la funzione civile della sua opera-alle inquietudini, alle incertezze, alle verità che sono in tutti noi. Grazie degli auguri di Buon Anno, che ricambio affettuosamente. Un caro saluto, Fiorella.
Questo tuo competente commento (e come definirlo altrimenti?), cara Fiorella, mi è caro in quanto mostra e dimostra la piena tua comprensione della latente e credo commossa agorafobia linguistica sottesa ai versi da me dedicati a Giorgio Caproni. Fino al punto di rischiare di essere frainteso in chiave diciamo così mimetica; laddove, ben diversamente, alla base della mia ispirazione ricordo soltanto l’umile (ebbene sì!) mia consapevolezza di rivolgermi intimamente ad uno spirito alto come quello del grande Livornese (capace, al pari di uno sciamano, di apostrofarmi, il 29 dicembre 2014, a mezzo del suo stupendo distico poi proposto nel mio blog). A te, Fiorella, un caro abbraccio e un sereno augurio di Buon Anno.
Carissimo Andrea, il carattere profetico dei poeti (non mi riferisco alle follie vaticinanti di chi scrive insulse scempiaggini) emerge luminosamente nel distico caproniano da te pubblicato un anno fa in queste pagine. Ma non meno affiora nel tuo intuito per averlo pubblicato a pochi giorni dal feroce attentato con cui si aprì l’anno che ora si sta chiudendo. Tante, in effetti, sono le consonanze fra la tua poesia scarna e meditata, malinconica ed ironica nello stesso tempo, e la poesia semplice e agrodolce del grande Livornese, garbatamente triste e sorridente. Invio a te i miei auguri e mi unisco ai tuoi per il nuovo anno, inviati a tutti i lettori, nell’auspicio che per una volta il sesto senso dei poeti possa sbagliare (ma resto perplesso).
Franco Campegiani
Carissimo Franco, è proprio il caso di dire spes contra spem! nel senso che condividendo con te l’auspicio dell’intuito dei poeti per una volta fallace, ancor più faccio mie le ragioni della tua perplessità in merito al nuovo anno (dal quale ci aspettiamo serenità col bilancino). Ho apprezzato molto la tua percezione dell’ironia immancabilmente presente nel mio lavoro poetico…sì, anche nel caso dei versi in oggetto: giacché è la chiusa di essi a rivelarmelo ora alla lettura: (“rime tue baciate e aguzze“); un ironia amara, credo di poter dire, in forma ossimorica, a esprimere la grazia malinconica e fulmimante della parola poetica di Giorgio Caproni (tersa in superficie, quasi disarmante, e mirabilmente fusa con la vertigine metafisica della quale si fa carico dal famoso CONGEDO DEL VIAGGIATORE CERIMONIOSO del 1965). Colgo qui l’occasione per rivolgere a te, Franco carissimo, i miei personali e sentiti auguri di Buon Anno…con caproniana cautela, si intende.