Il 20 agosto 1901 nasceva Salvatore Quasimodo (Premio Nobel per la Letteratura nel 1959):
Ognuno sta solo sul cuor della terra
trafitto da un raggio di sole:
ed è subito sera.
9 commenti su “”
Fiorella D'Ambrosio
Esemplare di tutta una stagione poetica, la raccolta “Ed e’subito sera” di cui ci proponi una delle più belle liriche, in ricordo del genetliaco del Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo, ci riconduce -nei temi della solitudine dell’uomo, della precarieta’ della vita, della brevita’ delle illusioni- al grande Leopardi e ci fa avvertire una certa vicinanza del poeta siciliano ad Eugenio Montale, ma -per dirla con il De Robertis- “vi è spenta la sofferenza (o resta una sterile pena) e una musica sorda consola…” Grazie, Andrea, per averci dato modo di comunicare. Un caro saluto, Fiorella.
andreamariottiAutore articolo
Grazie a te, Fiorella, per le tue riflessioni e l’accenno a un critico finissimo qual è il De Robertis…per quanto concerne poi nello specifico Quasimodo, che dire? petrarchescamente, cantando, il duol si disacerba… in ogni caso, si tratta di tre versi (quelli in oggetto) memorabili, universali, radicati davvero nel nostro animo. Un caro saluto a te
E nella sera l’ascolto del silenzio solitario si fa poesia.
Grazie Andrea per il ricordo, raro quanto prezioso!
andreamariottiAutore articolo
Doveroso il ricordo, Francesco, di questo nostro grande poeta…voce elevata del nostro Novecento.
maria rizzi
E di questa lirica, mio caro Andrea, ricordo di aver appurato l’interpretazione
che riteneva valida l’Autore… L’uomo solo al centro della terra non simbolizza l’isolamento, la ferita, ma quasi una visione antropocentrica.
Nelle isole dei ricordi il grande poeta si vedeva protagonista di questi momenti circondati da aura mistica e salvifica. Restava solo… ma ‘trafitto da un raggio di sole’, ovvero dall’elemento che metteva in risalto il suo essere… e, avvolto dall’infinito mistero della stagione più intensa del giorno, attendeva la sera.
Forse l’autore dava alla sua lirica un’altro senso, ma di fatto, non c’é dato saperlo…
Grazie per tanto dono e un forte abbraccio!
andreamariottiAutore articolo
La luce inopinatamente declinante di ferragosto dopo l’abbacinante luglio ormai alle spalle mi ha spinto, cara Maria, a “ritrovare” dentro l’animo questi versi davvero indimenticabili e universali. I grandi poeti quotidianamente ci fanno visita, ci consolano, ci confortano al fuoco vivo della Bellezza, più forti della montaliana “ghiacciata moltitudine di morti”. Un forte abbraccio a te
Angela Gallaccio
Raggio di luna a fendere la notte, vetta di ghiaccio scagliata nel sole, Tu, grido di marmo ad irrompere nel silenzio dell’anima come squarcio di vita morente nell’attimo d’eternità.
Angela Gallaccio
Un mio pensiero ispirato da questa bellissima poesia. Grazie Andrea
andreamariottiAutore articolo
Versi indimenticabili quelli di Quasimodo, Angela. Un caro saluto
Esemplare di tutta una stagione poetica, la raccolta “Ed e’subito sera” di cui ci proponi una delle più belle liriche, in ricordo del genetliaco del Nobel per la Letteratura Salvatore Quasimodo, ci riconduce -nei temi della solitudine dell’uomo, della precarieta’ della vita, della brevita’ delle illusioni- al grande Leopardi e ci fa avvertire una certa vicinanza del poeta siciliano ad Eugenio Montale, ma -per dirla con il De Robertis- “vi è spenta la sofferenza (o resta una sterile pena) e una musica sorda consola…” Grazie, Andrea, per averci dato modo di comunicare. Un caro saluto, Fiorella.
Grazie a te, Fiorella, per le tue riflessioni e l’accenno a un critico finissimo qual è il De Robertis…per quanto concerne poi nello specifico Quasimodo, che dire? petrarchescamente, cantando, il duol si disacerba… in ogni caso, si tratta di tre versi (quelli in oggetto) memorabili, universali, radicati davvero nel nostro animo. Un caro saluto a te
E nella sera l’ascolto del silenzio solitario si fa poesia.
Grazie Andrea per il ricordo, raro quanto prezioso!
Doveroso il ricordo, Francesco, di questo nostro grande poeta…voce elevata del nostro Novecento.
E di questa lirica, mio caro Andrea, ricordo di aver appurato l’interpretazione
che riteneva valida l’Autore… L’uomo solo al centro della terra non simbolizza l’isolamento, la ferita, ma quasi una visione antropocentrica.
Nelle isole dei ricordi il grande poeta si vedeva protagonista di questi momenti circondati da aura mistica e salvifica. Restava solo… ma ‘trafitto da un raggio di sole’, ovvero dall’elemento che metteva in risalto il suo essere… e, avvolto dall’infinito mistero della stagione più intensa del giorno, attendeva la sera.
Forse l’autore dava alla sua lirica un’altro senso, ma di fatto, non c’é dato saperlo…
Grazie per tanto dono e un forte abbraccio!
La luce inopinatamente declinante di ferragosto dopo l’abbacinante luglio ormai alle spalle mi ha spinto, cara Maria, a “ritrovare” dentro l’animo questi versi davvero indimenticabili e universali. I grandi poeti quotidianamente ci fanno visita, ci consolano, ci confortano al fuoco vivo della Bellezza, più forti della montaliana “ghiacciata moltitudine di morti”. Un forte abbraccio a te
Raggio di luna a fendere la notte, vetta di ghiaccio scagliata nel sole, Tu, grido di marmo ad irrompere nel silenzio dell’anima come squarcio di vita morente nell’attimo d’eternità.
Un mio pensiero ispirato da questa bellissima poesia. Grazie Andrea
Versi indimenticabili quelli di Quasimodo, Angela. Un caro saluto