ROMA CAPITALE
questo il maggio odoroso?
troppi rifiuti per terra sparsi
dinanzi al mio rosaceo palazzo;
ed eccoli i gabbiani per la prima
volta quasi ad altezza d’uomo!
preludio degli UCCELLI di Hitchcock?
da tempo li scruto a frotte di buon
mattino verso Ponte Marconi
mentre vado al lavoro. Sembra
che vermi, gatti, papali colombe
precedano i nostri crani: eh, già,
i gabbiani, livido specchio nostro…
Andrea Mariotti, poesia inedita; maggio 2015
P.S. spinto dai versi in oggetto, ho letto il racconto di Daphne du Maurier Gli Uccelli, cui si ispirò Hitchcock per il suo omonimo film (1963): ebbene, mi sento di poter affermare che si tratta di uno di quei rari casi in cui la versione cinematografica di un testo letterario non risulta al di sotto di quest’ultimo (senza nulla togliere al brivido metafisico che caratterizza il racconto breve della Maurier, da leggere d’un fiato).
segni di una civiltà che precipita nel degrado
invita candidi uccelli alla mensa stradale
nuovi operatori ecologici sanno ripulire
e con garbo differenziare.
Meravigliano il passante che turbato
oscilla tra casa e lavoro, lo sente che è
il mese di maggio, tra giardini vivaci
dai profumi camuffati.
Nel giorno s’affretta con amarezza…
per evitare la monnezza.
Caro Andrea, la tua poesia suscita riflessioni sulla capacità di gestione della città, un problema che riguarda molte aree metropolitane. La tua denuncia poetica ha promosso questi miei strani versi, segno del valore che hai saputo trasmettere.
Un caro saluto
Francesco
Davvero singolare il raffronto tra “Gli uccelli “di Hitchcock e i nostri gabbiani pronti ad avventarsi sugli uomini, a seminare ovunque terrore: metafora di un’apocalittica minaccia che incombe sul destino del mondo…Poesia densa di significati e di gradevole lettura. Bravo, Andrea. Un caro saluto, Fiorella
Grazie, Francesco, per la costante attenzione con la quale mi segui; e anche per i versi che hai scritto al riguardo. Un caro saluto
Grazie Fiorella, per aver apprezzato questi miei versi rivolti a Hitchcock piuttosto che al “poetico” Livingston dei nostri anni di gioventù. Ma abbiamo tutti negli occhi i fotogrammi della recente predazione all’Angelus di una colomba da parte di un gabbiano con tanto di cornacchia in appoggio…Un caro saluto.