Si fa quasi fatica a pronunziare il titolo della breve ma intensa lirica di Fiorella D’Ambrosio che mi accingo a presentare ai visitatori del blog. Una fatica cagionata, credo, dalla pregnanza del fonosimbolismo attivo nel suddetto titolo. In esso, infatti, è difficile non percepire la signoria della vocale chiusa palatale (“i”) tale da suggerire al lettore per via innanzitutto subliminale il senso di un “amore/ stagnante” paragonato a immoto lago:
Gli effimeri fili del nulla
In questo
amore
stagnante
come l’acqua
inerte
di un lago
raccolgo
gli effimeri fili
del nulla…
(poesia di Fiorella D’Ambrosio, tratta dalla raccolta Gocciole di pensieri, Ibiskos Editrice Risolo, 2007)
…una lirica, quella in oggetto, da me decisamente apprezzata all’interno della citata raccolta per il suo nichilismo gentile (non per questo meno corrosivo!); nichilismo metricamente potenziato dalla frequenza del ternario (e comunque ben al di là del “fermo immagine” d’una contingente delusione d’amore sul piano semantico). In conclusione, eccoci di fronte a dei versi limpidi in superficie e apparentemente semplici. Forti però di quella semplicità da intendere come conquista, sicurezza d’eloquio poetico di sé consapevole. Fiorella D’Ambrosio, divenuta negli ultimi mesi puntuale e preziosa commentatrice degli articoli proposti nel presente blog, vive a Chieti. Laureata in Lettere Classiche, ha insegnato Letteratura Italiana e Storia. Ha pubblicato i romanzi La via del ritorno (1989), adottato anche come testo di narrativa nelle scuole medie, Era il maggio odoroso (2001), vincitore del premio “Areopago”-Ostia, L’ultima estate di Carolyn (2003), vincitore del Premio “Città de La Spezia”. Ha ricevuto molti premi e riconoscimenti in ambito poetico (tra cui il Premio “Cesare Pavese”-2005, il Conferimento Accademico dall’Accademia Internazionale “F. Petrarca”-2003). Sue poesie figurano in diverse antologie.
I fili del nulla sono tracce silenziose che s’insinuano nel lettore girovago alla ricerca dell’esistere nei profondi moti dell’anima. Intermittenti luci riflesse sul filo dell’acqua, che turbano una apparente calma.
Una poesia che mi avvolge nei suoi fili, portandomi a ricamare, con essi, un piccolo commento
Una piacevole lettura
Cari saluti
Francesco
La poesia “Gli effimeri fili del nulla” di Fiorella D’Ambrosio-profonda ed efficace nella sua concisione, precisa nel linguaggio che usa parole quasi isolate, ma ben connotate per l’esattezza semantica- si configura come l’esito di un colto e raffinato processo creativo dell’autrice. Congratulazioni a Fiorella per questi suoi versi di straordinaria intensità. Complimenti al poeta e critico Andrea Mariotti per l’autorevole e dotto commento della lirica in oggetto.
Valeria
Bello questo tuo commento, Francesco, farà piacere all’autrice della poesia. Un caro saluto
Benvenuta a questo blog, gentile Valeria. La ringrazio per le sue parole nei miei riguardi e la saluto cordialmente
“Gli effimeri fili del nulla” di Fiorella D’Ambrosio, una poesia di alto livello lirico, nel suo tono pacato, nel dettato conciso, nei versi brevi ma di epigrammatica essenzialita’. L’ho letta e riletta con immenso piacere. Grazie,Fiorella e grazie al poeta Andrea Mariotti per averla elegantemente presentata nel suo blog con un’analisi puntuale e raffinata. Virgilio
Do il benvenuto a questo blog a Virgilio Golini, ringraziandolo vivamente per le parole a me rivolte. Circa la poesia di Fiorella D’Ambrosio in oggetto, essa veramente esprime una forza epigrammatica di notevole valore letterario. Un cordiale saluto da parte mia