Alla memoria di Boris Nemtsov, ucciso ieri notte a Mosca a un passo dal Cremlino, dedico la seguente poesia di Alexandros Panagulis (non ignorandolo neppure i bambini il peso politico di questo omicidio, in barba al “minimalismo” di Putin). Così, domani primo marzo, la grande “manifestazione di primavera” prevista nella capitale russa in opposizione a Putin e che proprio Nemtsov avrebbe dovuto guidare, sarà soprattutto una marcia funebre. Ma ecco i versi di Panagulis:
COMUNE IL SANGUE
Catene legano le mani
mano destra e mano sinistra
le hanno unite insieme le catene
Insieme soffrono
insieme aspettano
insieme tentano
Mano destra e mano sinistra
nella lotta unite
Mani del popolo
per questo legate
Con lo stesso peso le catene
feriscono le due mani
Comune il sangue
il colore della vita
il principio del fuoco
il fondamento della lotta
nota dell’autore: ” S.F.M. Isolamento, 1972. Questa poesia è stata scritta nel sogno dell’unità di tutte le forze contro la dittatura”
poesia di Alexandros Panagulis, tratta da VI SCRIVO DA UN CARCERE IN GRECIA, Rizzoli Editore, 1974, con stupenda prefazione di Pier Paolo Pasolini.
Un canto per la libertà
contro ogni falsa democrazia!
Grazie Andrea
Francesco
Mi è sembrato giusto dare la parola a un poeta (lo è stato veramente) quale Panagulis, inflessibile oppositore della dittatura dei colonnelli, in Grecia, e morto il primo maggio del 1976 in un ben studiato incidente stradale. Un saluto a te, Francesco.
Rileggendo sul tuo blog, Andrea,i versi di Alekos Panagulis, ho ripensato al romanzo di Oriana Fallaci “Un uomo”, definito dall’autrice -in un’intervista- “un libro sulla solitudine dell’individuo che si rifiuta d’essere catalogato,incasellato dalle ideologie, dalla società, dal Potere… Un libro sull’eroe che si batte da solo per la libertà e per la verita’ senza arrendersi mai e per questo muore ucciso da tutti “…A trentanove anni dalla tragica morte dell’eroe della liberta’greca, oggi – con l’uccisione di Boris Nemtsov-non ci resta che “sognare” un mondo senza padroni di democrazie false e vacillanti, dove il Potere venga abbattuto e la libertà non sia un’utopia? Troppo limitante, non ti pare? Un caro saluto, Fiorella.
Come non far mia la tua domanda, Fiorella? l’ottimismo diffuso degli anni Ottanta, dalla Perestrojka alla caduta del Muro, e chi più ne ha più ne metta, ebbene, paiono tutti sogni, allucinazioni di desideri (in senso freudiano). Il presente è questo, e rimane nella mia memoria visiva l’immagine recente della matita spezzata da Putin ingabbiato come una belva dalla diplomazia internazionale. Un caro saluto