In merito all’eccidio di mercoledì scorso sette gennaio nella redazione parigina del giornale satirico CHARLIE HEBDO, lascio naturalmente agli addetti ai lavori le letture più adeguate e articolate di un fatto che si commenta da sé, nella sua inaudita gravità. Soltanto questo mi sento di evidenziare oggi (9 gennaio) dopo avere ascoltato, ospite di Radio Città Futura, Lorenzo Cremonesi, giornalista del Corriere della Sera sempre in prima linea lungo il caldissimo fronte medio-orientale: ebbene, l’Occidente non può continuare a nascondere la testa sotto la sabbia a fronte di una vera e propria dichiarazione di guerra da parte di un nemico carico d’odio nel nome di Allah. Ciò può sembrare a prima vista scontato, ma l’impreparazione a vari livelli di mercoledì scorso riguardo all’attentato di Parigi, la dice lunga sulla necessità di una irrinunciabile educazione alla realtà attuale (in senso strettamente freudiano, direi) da parte di tutti, in Occidente (istituzioni, apparati vari come ciascuno di noi). Viviamo tempi estremamente difficili, inutile prenderci in giro, e il pensiero va agli ultimi libri di Oriana Fallaci scritti dopo la tragedia dell’undici settembre 2001, laddove la scrittrice molto insisteva sul tema dell’Eurabia (non soltanto un brillante neologismo, per lei, in tutta evidenza). Sia lieve la terra alle vittime di mercoledi scorso.
P.s. Ho appreso sempre per radio poche ore fa la notizia che i servizi segreti algerini avevano messo a parte quelli francesi martedi 6 gennaio circa l’alta probabilità di un imminente attentato a Parigi.
Condivido questa riflessione e credo che bisogna tenere conto degli effetti conseguenti ad un mondo globalizzato, che non può valere solo per le merci, il lavoro e la finanza, ma per tante altre cose come le ideologie e le religioni.
Nel mio piccolo ho scritto un intervento sul mio blog dal titolo
l’eco della piazza
http://sospensionimolecolari.blogspot.it/2015/01/leco-della-piazza.html
Un caro saluto
Francesco
Quello che vorrei qui aggiungere al mio articolo in risposta al tuo commento, Francesco, in questi giorni di amare riflessioni, è che la libertà d’espressione giustamente rivendicata dalla Francia (così duramente colpita) e dall’Occidente tutto, risulta anch’essa eticamente e storicamente condizionata. Eticamente, in quanto l’esser liberi di esprimersi non comporta, a parer mio, affermare “Il Corano è merda”; offendendo, di fatto, un nemico che ce l’ha giurata e che abbiamo peraltro in casa. Ne discende pertanto da ciò che, in questo momento storico così grave per l’Occidente, anziché baloccarsi e rimanere imbelli, meglio sarebbe affrontare il toro per le corna, confrontandosi innanzitutto con le proprie paure (e magari non finanziando in qualche caso -temo- sottobanco questi assassini, salvo poi marciare sottobraccio a Parigi domenica scorsa tutti assieme appassionatamente…). Mi rendo conto di accennare a cose estremamente spiacevoli e non documentate da parte mia, ma qui purtroppo dalle nostre parti le cosiddette “partecipazioni incrociate” non rimangono relegate nell’ambito delle SPA ( già questo risultando tutt’altro che un valore di trasparenza). Ma non divaghiamo. Dico soltanto che è facile riempirsi la bocca di parole edificanti a sostegno della tolleranza, dell’ integrazione, della multi-etnicità, quando poi, nel concreto, serpeggiano umori bellicosi tragicamente deflagrati la settimana scorsa. Ecco perché nel mio breve articolo riprendevo le parole del giornalista Lorenzo Cremonesi a proposito di una nostra inevitabile educazione alla realtà… e se devo dirla tutta, la siderale tiratura prevista per Charlie, a mio avviso, più che riproporre intatto e sulfureo umorismo, dovrebbe forse con fermezza segnare un punto di riflessione sull’accaduto assieme a tanta pietas per i caduti. Ripeto: non sto assolutamente giustificando il fondamentalismo islamico, ci mancherebbe; di vili tagliagole si tratta, sia ben chiaro! quello che non mi convince è il nostro decantato Occidente, al cui interno lo stesso supremo valore della libertà è sottilmente schiavizzato dal pensiero omologato e omologante; dalle sottoculture ovunque dilaganti. I fatti sono i fatti: 80.000 uomini delle forze dell’ordine soltanto dopo tre giorni sono venuti a capo di quei tre assassini. E perché, torno a domandarmi, i servizi segreti francesi non hanno tenuto conto dell’ informativa urgente di quelli algerini? le domande sono tante, la materia oscura e complessa. Teniamo la testa alta, ma nella consapevolezza che la libertà, valore non negoziabile, va difesa con fermezza e intelligenza, in un contesto storico a dir poco insidioso come l’attuale. Un caro saluto anche a te, Francesco.
P.S…e con quanta amarezza penso alla ragioni rafforzate del populismo regressivo di destra, in virtù dell’accaduto!
Grazie condivido anche questo ulteriore commento. Una risposta molto articolata, ricca di spunti su cui riflettere, che rafforza la posizione contro l’ipocrisia degli Stati e la criminalità che si nasconde dietro le religioni e le multinazionali.
Un saluto
Francesco
Un saluto cordiale a te, Francesco.
La vignetta pubblicata sulla copertina del Charlie Hebdo vuole essere la prova “conclamata” di libertà’ di stampa e di pensiero o piuttosto una sottaciuta forma di provocazione atta ad alimentare ulteriormente il Fondamentalismo e l’Estremismo?
Mi trovo anch’io in piena sintonia con queste dense riflessioni che ci regali, caro Andrea. Non aggiungo altro a quanto è stato detto, anche da Francesco. Colgo l’occasione per ringraziarlo dei versi che ho avuto il piacere di leggere sul suo blog.
“Sia lieve la terra alle vittime di mercoledi scorso”.
Un saluto caro
Sonia Giovannetti
Con gli accenti di verità che gli appartengono e non per scontato ecumenismo, cara Sonia, oggi papa Francesco ha detto chiaro e tondo che se da una parte non si deve certo uccidere in nome di Dio, dall’altra è altrettanto giusto non offendere le religioni (corsivo mio, credo opportuno). Ed io mi ritrovo profondamente in tali parole, per quel senso della misura che forse è sinonimo di civiltà. Un caro saluto anche da parte mia
Giusto quesito, il tuo, cara Fiorella, e per parte mia avevo auspicato giorni addietro nel presente blog un numero del giornale non provocatorio ma riflessivo, ricco non di paura ma di pietas.
Non penso, caro Andrea, che delle vignette, per quanto irriverenti e ingiustificabili, abbiano il potere di scatenare tutto ciò. Che ci sia di mezzo la follia (da una parte e dall’altra) è probabile, ma non convincente. L’unica cosa certa è che esiste un’organizzazione potentissima che lavora affinché possa scatenarsi una guerra di civiltà. Chi ci sia dietro non possiamo saperlo, ma sappiamo con certezza che, in Occidente come nel mondo islamico, esistono tendenze pericolose, interessate a una tale disastrosa calamità. A mio parere non dobbiamo cadere nel tranello e dobbiamo fare del tutto per circoscrivere il male ed arginarlo. Altrimenti si salvi chi può.
Indubbiamente, caro Franco, con i tragici fatti della settimana scorsa a Parigi abbiamo dovuto prendere atto di una accelerazione nel cuore dell’Europa di quella guerra di civiltà di cui parli (storicamente piuttosto antica, peraltro, se è vero come vero che all’indomani della morte di Maometto -633 d.C.- l’Islam aggredì con ferocia l’Occidente). Oggi,nel mondo globalizzato, sappiamo di potentissime oligarchie pronte a scommettere cifre folli sul fallimento di questo o quello stato impoverendo le popolazioni; di flussi migratori imponenti e letali, di guerre devastanti in tante, troppe parti del pianeta…tuttavia, in mezzo a tutto questo caos, satira o meno, possiamo dire -volendo tacere dei gravissimi attentati di Madrid (2004) e di Londra (2005)- che netta da parte di tutti noi è stata la percezione di avere il nemico in casa. Conseguenza sottovalutata negli anni da parte dell’Europa della famigerata “politica del ventre” del poligamo Islam, capace di sovrapporre il proprio mondo a quelli occidentali conquistati così, senza le eclatanti violenze di tempi lontani, come puntualizza la Fallaci nei suoi libri scritti all’indomani della tragedia dell’Undici Settembre? la materia è complessa e torbida, aggravata da una informazione come minimo manipolata (non volendo dire, come forse si dovrebbe, terrorismo mediatico). Ci siamo dentro fino al collo, caro Franco, e validissimo mi sembra in conclusione l’invito di Lorenzo Cremonesi riguardo a una nostra educazione alla realtà, concetto da cui ha preso le mosse il mio articolo.