Proprio quest’oggi il presente blog si mette alle spalle un lustro di attività, all’insegna della Letteratura (ma non soltanto di essa). Mi piace, nella giornata odierna, ricordare al riguardo un grande artista, Oreste Borri, scomparso anni addietro a Montevarchi (Arezzo) ormai novantenne. Fiorentino “purosangue” e radicalmente laico, nato nel 1920, da una prima fase di pittura astratta passò al fotogiornalismo, con reportage da Israele (durante la guerra dei sei giorni del 1967) e dal Libano. Il 1984 è l’anno del suo ritorno “pieno” alla pittura, con esiti di un vibrante, alto espressionismo. Riporto quanto ebbe a dire il sindaco di Montevarchi commemorando Oreste Borri: “ Siamo in presenza, a mio parere, di una personalità che non ha mai perso la capacità di esprimere un punto di vista originale e critico sulla realtà che lo circonda. Un pensiero libero, anticonformista, spesso controcorrente e paradossale, che probabilmente non gli ha attirato le simpatie del mondo dell’arte”. Ho avuto la fortuna di conoscere Borri agli inizi degli anni Novanta, a Roma, dove all’epoca abitava prima di tornare definitivamente nella sua Toscana negli ultimi anni (dopo la scomparsa della moglie). Ricordo la sua casa romana strapiena di dipinti singolari e “forti” (indimenticabile, per me, un vero e proprio ciclo pittorico cui l’artista stava lavorando in quegli anni, il ciclo -come efficacemente lo chiamava lui- della “Città Ostile” (del quale il visitatore del blog può in qualche modo farsi un’idea attraverso la mia foto dell’articolo precedente, quello del 22 novembre scorso; e, naturalmente, grazie alla foto odierna). Foto di foto, le mie, custodendo per l’appunto amorevolmente quelle tradizionali dei suoi dipinti scattate a suo tempo da un comune amico. Era devoto a Giotto e Masaccio, Oreste Borri; nonché, fra i contemporanei, a Mario Sironi e Picasso (soprattutto). E lo ricordo con affetto oggi, Oreste, in quanto ho sicuramente “sentito” la sua influenza profonda (frequentandolo nei tempi sopra rammentati ) nello scrivere la mia lirica Lacrimosa, in virtù della quale ha preso le mosse, esattamente cinque anni fa, questo blog. Piacque molto a Borri, tale mia lirica del 1993; al punto di esclamare che mi sarei potuto guardare allo specchio fino all’ultimo dei miei giorni, per averla scritta. Grazie di cuore, Oreste.