Al bando una volta di più la superficialità banalizzante nei riguardi della somma bellezza della musica di Mozart! riascoltando i quartetti per archi che il genio di Salisburgo dedicò all’amico e venerato maestro Joseph Haydn, ecco che si sarebbe tentati di prestare minore attenzione a quello in la maggiore n.18 (K464); magari sulla base di un riduttivo giudizio (in questo caso) del grande musicologo Massimo Mila: “…mostra (il K464) una grazia quieta e un po’ superficiale, un ben mozartiano disinteresse espressivo”…errore! ben diversamente stanno le cose ascoltando con disposizione feconda il suddetto quartetto, guarda caso il prediletto di Beethoven fra quelli mozartiani. In effetti il quartetto in oggetto, dei sei dedicati al grande Haydn (a sua volta eccelso nel comporre quartetti d’archi) per valutazione concorde di molta critica mozartiana, risulta di magistrale finezza e altezza compositiva, fra la densità polifonica del minuetto e il fugato dell’ultimo movimento. Parola d’onore: intensamente attratti dall’atmosfera crepuscolare e sommamente elaborata di tale quartetto, si tocca con mano la scaturigine della musica da camera!