PIER PAOLO
perìto di vernacolo,
controriforma e scialo,
pietrose orbite di tabernacolo
conservi all’Idroscalo
per arrotare
il vento
Andrea Mariotti, 1995, lirica inclusa nel volume Lungo il crinale, 1998, Bastogi Editrice Italiana.
Pasolini ti sorriderebbe nella sua amara lucidità!
Mirka
Diciamo che questi pochi versi scabri ed essenziali, per citare il poeta degli Ossi di seppia, mi sono serviti per sentire Pasolini ben vivo nella mia coscienza. Come potrebbe non mancarmi una lama così affilata? Ma ritenevo e ritengo banale un piagnisteo in versi su tale mancanza; meglio sentirlo operante, il grande Pier Paolo: nonostante tutto.
Andrea
Caro amico, ho riletto la breve, asciutta, straordinaria e dolorosa lirica dedicata alla fine di Pasolini. “Per arrotare il vento”, è il verso che scuote le fronde della mia anima. Per il miracolo del tuo riscatto espressivo, la forza e la durezza dei primi versi si sciolgono in canto, in possibilità di affrancarsi da un vivere ricco di sopraffazioni. Pier Paolo arroterà il vento e resterà con noi… Grazie sempre, amico mio!
Cara amica, hai preso a voler bene profondamente alla mia poesia, nel momento in cui “sfogli” questo blog così come suggerisce da sempre la lettura di una silloge poetica che ci è cara; ossia andando avanti per poi tornare indietro, secondo un movimento a spirale, tutt’altro che rettilineo…questo tuo commento su Pier Paolo mi è particolarmente gradito proprio perché sono legato a questa mia breve lirica del ‘ 95 ( tramite la quale ho risparmiato al lettore l’ennesimo pigolio del tipo: “mi manca tanto Pasolini!”). Ecco, credo semplicemente di avere intercettato un Pier Paolo vivo, ventoso operaio del pensiero critico. E’ bello per me -quando sono nel piccolo studio di Silvio Parrello- vedere sempre affettuosamente esposta questa mia lirica, su cui si posano gli occhi delle tante persone che vanno a trovare il poeta-pittore custode della memoria pasoliniana. Un abbraccio.
Andrea