Onano

Che sconforto, a pensarci un attimo, nel leggere della “pitonessa” Santanchè, di “falchi” e “colombe” e altre amenità (si fa per dire) visualizzando sulla Rete l’home page di un quotidiano da me letto con interesse nei primi suoi anni (sobri) come la Repubblica!… linguaggio da videogiochi, altro non mi viene in mente, al riguardo. Sì, davvero siamo alla barbarie più avvilente dal punto di vista linguistico, ad opera dei media…una volta si parlava di sapienza antropologica della lingua: oggi di cosa si dovrebbe parlare? Scopro ovviamente l’acqua calda nel ricordare la funzione preziosa della lingua (sia parlata che scritta) quale termometro di una civiltà (in senso antropologico più che mai; avendo a che fare, dalle nostre parti, con sottoculture che non conoscono confini). Una “pitonessa”, quindi, la Santanchè, nel bestiario mediatico che ci viene scagliato addosso…ma qui non si tratta della linea retta che è la più breve tra due punti; quanto piuttosto d’una grave regressione sul piano comunicativo da parte di chi (un quotidiano, per esempio), dovrebbe risultare linguisticamente decente. Di un infantilismo espressivo che al confronto rende grande l’australopiteco (un gradino prima dell’homo faber, nella scala evolutiva) qui occorre parlare, a conti fatti! sicché, già che ci sono, a questo punto mi ci metto anch’io, magari “elevandomi” un poco (si fa sempre per dire). Vado (se non ho rubato l’immagine a Grillo o Marco Travaglio, spero di no): l’attuale segretario del Partito Democratico -al cui interno si nascondono tuttora i centouno eroi che hanno impallinato Romano Prodi nell’aprile scorso durante le votazioni per il nuovo Presidente della Repubblica- l’attuale segretario Guglielmo Epifani, stavo dicendo, mi sembra…un vescovo. Sì, un saggio, cauto e navigato vescovo che magari li conosce uno per uno i suddetti eroi (mia la foto, volutamente non espressiva o forse sì, considerando il grigiore di cui ho reso brevemente conto).

11 commenti su “

  1. Roberto De Luca

    La Santanchè e company sono il simbolo, chiaro e marcato, di tutta la ‘leggerezza’ etica e morale che abbiamo oggi in Italia. Lei e la sua schiera, compreso il suo capo, sono gente priva di vergogna e allora succede quello che è successo. Mai, in vita mia, mi sarei aspettato di assistere pubblicamente a spettacoli del genere, in cui è chiaro il fatto che ormai, una certa ala della politica, ha toccato proprio il fondo. Quando manca la morale, caro Andrea, si arriva a negare l’evidenza e tutto ciò diventa pericoloso. Comunque abbiamo anche la parte buona , che si è ristretta ad una certa minoranza poichè una parte della parte buona si è fatta infinocchiare da quel tizio con le sue cavolate, ma possiamo ancora esser salvati da chi possiede ancora il cervello del Sapiens ( e non dell’Australopiteco); poiché chi sta tentando di diffondere l’Ignoranza, sa bene che anche quella, insieme alla religione, serve a far addormentare la mente del popolo. Bella foto. Un abbraccio

  2. andreamariotti Autore articolo

    Per quanto mi riguarda, Roberto, corollario (anzi premessa) del mio articolo è lo spettacolo inverecondo di un condannato in terzo grado di giudizio che si inventa un comizio in via del Plebiscito a Roma (eccola, la sapienza antropologica della lingua!) per tentare di narcotizzare oltre ogni umano limite le coscienze dei malcapitati che ancora plaudono alle sue bordate contro la magistratura. Io come tanti, credo, mi sento in qualche modo ghigliottinato nei miei diritti di appartenenza a una opinione pubblica letteralmente calpestata, negata da tiranni e servitori. Lo si è detto fino alla noia: sudditi siamo, non cittadini, a questo punto. Stiamo vivendo davvero una fase storica molto pericolosa, come paese: il blocco socio-economico capeggiato dall’Unto del Signore è un’Idra che sta vendendo cara la pelle (senza vedere nel frattempo un Ercole in giro). Concludo col ricordare il titolo del lungimirante libro di Enrico Berlinguer, LA QUESTIONE MORALE; è non è passatismo il mio, solo coscienza di quanto a suo tempo è stato lucidamente percepito. “Ahi, serva Italia…”: quante volte anche nel presente blog ho, abbiamo citato i versi immortali del VI canto del Purgatorio dantesco? Sono lieto che ti sia piaciuta la foto di una parete integralmente fatta di pozzolana, lungo una carrareccia collinare percorsa di recente, non distante dal monte Amiata. Un abbraccio a te, Roberto.

  3. Massimo

    Andrea carissimo, complimenti per le tue acute osservazioni e per la scelta dell’immagine che descrive bene il panorama sociale del XXI secolo in cui il livello culturale delle masse è franato, sotto l’incessante pioggia di volgarità orali e facezie. Politici-attori di comprovata bravura, consapevoli commedianti e parolieri di vane promesse, replicano pietosi spettacoli al vecchio teatro Italia, instabile e dalle fondamenta di argilla. Una comicità drammatica la loro, in grado di innescare una irreversibile reazione a catena che non risparmia nemmeno lo storico quotidiano il quale, spoliato della qualità linguistica, decade e si conforma, per convenienza, al livello culturale dell’uomo medio di pasoliniana memoria. Questo figuro lo ritroviamo nel film La Ricotta (P.P.P. 1963) nelle sembianze dell’affettato giornalista che, in una delle quattro domande a lui concesse, chiede allo scontroso regista, impersonato dall’attore Orson Welles, cosa ne pensi della società italiana ed egli serenamente risponde: “Il popolo più analfabeta, la borghesia più ignorante d’Europa”. Un’ opinione tutt’ora attuale anche grazie al “caimano” e alla sua erede “la pitonessa” e ai loro metodi adottati per sopire le coscienze e omologare le menti degli italiani. Cordialmente Massimo

  4. Bianca 2007

    Caro Andrea, sono talmente nauseata di sto miele unto e filato della pitonessa “Santanchè” che, come felino (sempre di razza primigenia eh!) scatto sul clic della tv quando ci sbatto contro e passo oltre. Alla “mia” realtà. A quella del popolo abbattuto dai tazer che impazzano da ogni parte e a tradimento ammazzano. Al nostro (bel) Paese infestato dalla pestilenza più subdola quanto mortale.
    Mirka

  5. claudio fiorentini

    Vero, vero, vero… il linguaggio imputridisce… e i giornali si adattano a questo avvilente processo per… vendere più copie… se il linguaggio fosse meno barbaro, forse di copie se ne venderebbero di meno…
    A parte la triste realtà di un mercato che ci vuole ignoranti (per consumare di più), c’è la realtà zoologica dove i falchi hanno mangiato le colombe e i pitoni sibilano minacciosi (senza dimenticare alcune comparse come il trota ed altre bestie, perché di bestie si tratta). E poi c’è anche il mondo vegetale, degnamente rappresentato dal Cav. Banana. Bene, sono tristi mode.
    Dico, se se ne fosse parlato di meno, forse… se invece di chiamarli per soprannome li avessero chiamati diversamente, ad esempio l’uomo anziano che vanta il suo priapismo e che ha in uggia l’alitosi, la donna prosperosa che cambia opinione a seconda della convenienza, i servizievoli amici dell’uomo anziano… e ricco…
    Ciò che indigna è questa assuefazione al malaffare, questa manipolazione continua delle menti, questo rispetto “politico” dovuto ad un uomo avido di potere… perché gli si è data briglia sciolta per tanti anni?
    Ora il potere di quest’uomo è tale che, oltre ad aver condizionato il nostro vivere e ad aver impoverito il nostro linguaggio, condiziona i destini di tutti noi. Non escludete gesti folli ed estremi, quello, prima di essere buttato a mare, aprirà le falle e si terrà la miglior scialuppa…
    Dovremmo aspettarci atteggiamenti ancora più sovversivi… quello ne è capace…
    Napolitano, che conosce la bestia meglio di tutti, ha tentato in tutti i modi di rabbonirlo… Ha fatto male, ma hanno fatto male tutti quelli che l’hanno in qualche modo innalzato a leader politico… tutti.
    E il vero dramma, cari miei, è che oggi c’è una fetta di popolo che lo ama (perché si tratta di amore, non di fede politica) e reputa giusto che la legge non sia uguale per tutti!

    Bonne journée
    Claudio

  6. Bianca 2007

    Scusa se, presa dalla foga di “disgusto” ho dimenticato di dirti che la foto messa, rende molto bene il “tutto”.
    Che almeno a te sia lieve il giorno e fresco. Come acqua sorgiva scaturita dai versi del Tasso o se più t’aggrada da quel Petrarca da te così amato. Mirka

  7. andreamariotti Autore articolo

    Grazie per i tuoi commenti e il tuo augurio, Mirka, che contraccambio appieno. Un abbraccio

  8. andreamariotti Autore articolo

    Pienamente condivisibile quello che scrivi, Claudio; aggiungerei che i soci in affari con il GRANDE INQUINATORE (per inciso, coloro che avrebbero dovuto fermarlo) attengono alla dialettica servo-padrone in merito al RICATTO, regista sopraffino dello sfascio del nostro paese.

  9. andreamariotti Autore articolo

    Grazie per il tuo apprezzamento in merito al mio articolo, carissimo Massimo; e grazie soprattutto per aver ricordato la RICOTTA di Pier Paolo Pasolini, il film a mio avviso più geniale del grande scrittore e regista: laddove squisitezze figurative si fondono senza confondersi con un’analisi spietata e attualissima dei mali del Belpaese. Un saluto cordiale anche da parte mia.

  10. Angiolina

    Caro Andrea,
    ho letto con attenzione quanto scrivi riguardo alla lingua e riguardo alla realtà politica, e mi trovo pienamente d’accordo!!! Mi viene in mente al proposito un recente film che ho visto, Viva la libertà, in cui un grande Toni Servillo interpreta il ruolo di due gemelli. L’uno è un noto politico, l’altro ha sofferto di disturbo bipolare, ma è molto colto. Ebbene le loro vite si incrociano e si alternano, quando il primo fugge dal suo ruolo per ritrovare se stesso e l’altro viene chiamato a sostituirlo. E’ allora che il regista dimostra come la politica non sia fatta solo di discorsi retorici, ma debba essere basata anche sulla coscienziosità dell’agire e soprattutto debba essere legata alla cultura…
    Si anche in politica dovrebbe essere presente l’onestà morale, senza la quale stiamo perdendo la via della ragione….
    Grazie per aver trattato una questione così spinosa. Angiolina

  11. andreamariotti Autore articolo

    Grazie, Angiolina: era doveroso fermarsi a riflettere su tale questione. Ho visto anch’io il film di cui parli e mi trovi perfettamente d’accordo in merito al suo significato. Come si fa, poi, a non apprezzare un attore come Toni Servillo? un caro abbraccio.

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