La foto qui visibile (da me scattata lo scorso anno a Recanati) per informare i visitatori del blog della seguente iniziativa:
Toffia, agosto 2013 (borgo gemellato con Recanati)
Poesia in libertà (X edizione della Mostra Itinerante di Poesia)
In memoria di Francesco M. Battisti
(Progetto Paolina Carli)
Patrocini: Ministero per i Beni e le Attività Culturali, Regione Lazio, Provincia di Rieti, Comune di Roma, Comune di Toffia (Rieti), Associazione disciplinare CONSCOM (Registro Nazionale Sociologi e Consulenti della Comunicazione).
Cari amici, cari poeti,
anche questo anno, nell’ambito della manifestazione “Riviviamo il centro storico” organizzata dall’Associazione Culturale Riviviamo il Centro Storico in collaborazione con il comune Toffia (Rieti) – (dal 14 al 18 agosto 2013) si svolge la X edizione di “Poesia in libertà”(mostra itinerante di poesia) in cui saranno messe in mostra le poesie e le Storie brevi inviate da autori italiani e stranieri.
In tale ambito e per tutto il periodo si:
– realizzeranno Letture di poesia contemporanea da parte di chiunque voglia cimentarsi nell’arte del poetare;
– renderà disponibile “L’Alloro del poeta” presso il quale saranno accolte poesie proprie o di autori preferiti;
– allestirà lo spazio “Pesca una poesia” in cui è possibile ritrovare poesie proprie.
Inoltre:
• il 14 agosto – ore 10,30 – vicoli dei rioni Rocca e Cancello
apertura della X edizione di “Poesia in libertà” in cui sono esposte le poesie e le Storie brevi inviate da autori italiani e stranieri (la mostra è visitabile 24 ore su 24 per l’intero periodo della manifestazione;
• il 14 agosto – ore 21 – in Piazza del Bel Pensiero – Rione Rocca
Filippo Agostini, Olivia Mezzanotte e Marco Roncaccia presentano, con “letture teatralizzate di Serena Damiani e Marco Tullio Dentale”, Poesia in Libertà, antologia relativa alla IX edizione della mostra itinerante di poesia, (a cura di Paolina Carli, Fuorilinea Edizioni, 2012). Parteciperanno gli autori, le autorità politiche e l’editore.
Segue simposio conviviale: recitazione, lettura, improvvisazione e piccoli assaggi.
• il 16 agosto – ore 21 – in Piazza del Bel Pensiero – Rione Rocca
Dalla contemplazione dell’INFINITO alla “immersione cosmica” della GINESTRA nei CANTI di Giacomo Leopardi” Conferenza del poeta e studioso di Leopardi Andrea Mariotti;
Segue simposio conviviale: recitazione, lettura, improvvisazione e piccoli assaggi.
Come molti di voi sanno, Toffia è in un piccolo borgo Sabino che in questi giorni assume le caratteristiche della festa in cui tutti gli abitanti e i visitatori, dando luogo a molteplici iniziative culturali, artigianali e gastronomiche divenendo diretti protagonisti degli eventi.
Le musiche, le rappresentazioni teatrali, le pitture, le strade e i vicoli apparecchiati, le cantine trasformate in botteghe e laboratori, cinema e giochi rendono, senza sfarzi ma con ritrovata genuinità, la città accogliente e divertente. In questo scenario s’inseriscono i nostri versi che si mostrano, di giorno e di notte, acquistando vitalità attraverso la possibilità di lettura nei vicoli, piazze e piazzette del borgo antico.
Come sempre vi aspetto numerosi e invito a farne la massima divulgazione
Paolina Carli
COME ARRIVARE A TOFFIA:
Da Roma Km. 50 della Via Salaria, imboccare il bivio per Toffia e seguire la strada fino al Paese attraversando la Frazione Casali di Poggio Nativo voltando a sinistra nei pressi del distributore di benzina.
Dall’Autostrada del Sole, uscire a Roma Nord, Fiano Romano e imboccare la via Salaria in direzione Rieti. Uscire al bivio per Toffia (50mo chilometro) poi come sopra.
Da Rieti percorrere Via Salaria fino a Osteria Nuova, imboccare il bivio per Toffia e seguire la strada fino al Paese attraversando la frazione Casali di Poggio Nativo.
Beh, non posso che farti i miei complimenti, caro Andrea. Penso che, vista la tua ottima preparazione sul Leopardi, verrà fuori qualcosa di veramente godibile. Se posso vengo a sentirti !
Mi rendo conto, caro Roberto, che sono giornate di pausa sacrosante per tutti e tuttavia non potevo non onorare anche quest’anno come nelle scorse stagioni la lodevole e suggestiva iniziativa di Paolina Carli…sarà un piacere, eventualmente, vederti in tale occasione. Un saluto cordiale.
L’ammirevole conferenza del 16 agosto 2013 a Toffia: “Dalla contemplazione dell’INFINITO alla “immersione cosmica” della GINESTRA nei CANTI di Giacomo Leopardi” ha spalancato ed emozionato il cuore mio e dei presenti all’incontro. Ciò è potuto accadere solo perché la tua suprema sapienza e sensibilità, nel descrivere la poetica e le sottili problematiche che hanno caratterizzato il sommo poeta, ci ha offerto una visione complessiva di Leopardi più significativa e umana di quanto la scolastica/accademia ci ha fin’ora trasmesso. Come ben sai, Andrea carissimo, l’unico scopo di Poesia in libertà è quello di fornire a chi scrive l’opportunità di mettersi in discussione e di confrontarsi con altri senza rivalità e, soprattutto, senza dover rinunciare al senso della propria personale umanità e, anche se gli autori che da dieci anni ci accompagnano, hanno storia, cultura e diversa provenienza geografica, si ritrovano in questa modesta iniziativa culturale per la forza, quasi ideologica, che esprime. Un modo per liberarsi da schemi, vincoli e orpelli imposti da strutture il cui fine ultimo è quasi sempre il profitto. Lungo il percorso abbiamo avuto la fortuna di incontrare te, Andrea Mariotti, fine poeta e profondo conoscitore della poesia, disposto non solo ad accompagnarci con le tue opere ma anche a soddisfare i quesiti posti dai convenuti prima e dopo la conferenza. Ma non solo per questo ti siamo grati, lo siamo anche perché hai dato una ulteriore opportunità di conoscenza al popolo sabino con le altre conferenze che hai tenuto a Toffia: Sulla poesia di Giorgio Caproni rievocando anche il legame di amicizia tra Caproni e Pier Paolo Pasolini (2012); “Abbiamo perduto un poeta!”sulla poesia civile di Pier Paolo Pasolini (1957-1968) (2010) e Quello che resta da fare ai poeti – letture e riflessioni intorno al CANZONIERE di Umberto Saba (2009). Altro dire non so, mi sento onorata della tua presenza. Paolina
Grazie per questo tuo commento, cara Paolina. E’ stato bello, per me, nella ricorrenza del decennio della rassegna da te ideata a Toffia, parlare del grande Recanatese, con il quale fin dalla più tenera età intrattengo un rapporto profondo, direi quotidiano. Mi stava poi veramente a cuore, quest’anno, ricostruire in qualche modo il cammino leopardiano fino alla vetta altissima della Ginestra prendendo le mosse da una lirica somma quale l’Infinito, che non è esagerato definire patrimonio del sentire comune d’ogni età. Quest’anno, del resto, ricorre il centenario della nascita di Walter Binni, lo studioso al quale dobbiamo in massima parte la rivalutazione della poetica leopardiana post-recanatese, a partire da un memorabile saggio del 1947; fino all’ultima toccante e finissima lezione sulla Ginestra tenuta dal grande critico perugino presso la Sapienza di Roma nel maggio del 1993, in occasione del suo ottantesimo compleanno (ero lì, quel giorno, commosso e attentissimo). Con generosità, cara Paolina, hai ricordato nei particolari i miei contributi critici assicurati alla tua rassegna negli anni passati…ma ieri sera…mi sbaglio o è stato diverso rispetto alle conferenze precedenti? merito di Leopardi, del “fuoco” della Ginestra? del mio impegno radicale? tutto vero, credo; ma anche merito di un pubblico che mi ha ascoltato con grande attenzione e che quindi ha permesso un’ora di poesia ad alta tensione, in quella “social catena” di cui leggiamo appunto nella Ginestra. Sai bene, Paolina, conoscendomi, quanto sia incapace di “sviolinate” al pubblico…io vado per la mia strada, ma ieri sera veramente tutti assieme -io che parlavo e voialtri in ascolto- siam stati quell’umana compagnia di cui parla Leopardi nel suddetto formidabile canto (vero e proprio lampo d’utopia sul quale riflettere a fondo!). Ti abbraccio e ti ringrazio a mia volta per avermi offerto l’occasione di focalizzare ieri sera quanto maggiormente mi sta a cuore: la fruizione non mutilata ma piena della grande poesia leopardiana, laddove non si puo’ espungere un pensiero corrosivo e attuale, pur in presenza di un lirismo altissimo.
Carissimo Andrea,
più che un commento, desidero indirizzarti un profondo ringraziamento per il viaggio che, con tanta generosità, hai voluto offrire, attraverso il tuo pregevole intervento, a quanti hanno partecipato alla manifestazione “Poesia in libertà”, svoltasi a Toffia il 16 scorso. Un susseguirsi di tappe ha portato al progressivo svelamento del “nuovo” Leopardi, ottenuto grazie alle tue efficaci e coinvolgenti parole, capaci di trasportare i convenuti in un vero crescendo di emozioni. Una conferenza tenuta a braccio, emozionante proprio perché condotta con autentico fervore.
“L’infinito”, affrancato dal misticismo di precedenti interpretazioni, ci ha riconsegnato un Leopardi libero di crogiolarsi nel piacere dell’immaginazione.
I versi del “Canto notturno di un pastore errante dell’Asia”, benché declamati quali “pietra di paragone” nel racconto dell’evoluzione del Poeta, hanno suscitato uno spontaneo applauso diretto alla tua capacità oratoria, per nulla intaccata da effluvi gastronomici, da acute note di musiche popolari e dal transito di passanti per il suggestivo crocevia di Piazzetta del Bel Pensiero.
Ed infine l’entusiasmo degli astanti, paragonabile solo al tuo durante la declamazione, è esploso dopo i versi e il commento de “La Ginestra”, apice e conclusione di questo viaggio.
Sublimi i versi, coinvolgente l’esposizione e Leopardi che ora ci appare trascinante, possente, non più solo lirico ma eroico e capace di un impegno civile, di un confronto diretto con la realtà, senza mediazione morale o religiosa. Chiaro è il messaggio della necessità di accettare, con umiltà, la condizione umana in tutti i suoi aspetti, chiaro è l’appello ad allearsi contro il nemico comune.
L’unico cruccio? Non averti registrato!
Sinceri complimenti e un ringraziamento di cuore a Paolina Carli per l’ospitalità e per l’impegno profuso nell’allestimento della manifestazione.
Un caro saluto a te, Andrea, Grazia
Carissima Grazia, ricevo il tuo ringraziamento così consapevole e motivato con grande piacere. Il mio impegno, recepito in tutta evidenza dal pubblico, è stato appunto quello di “cucire”, dall’interno dei CANTI leopardiani, l’idillio con l’antiidillio, in un crescendo che -senza negare le vette di lirismo dell’INFINITO e del CANTO NOTTURNO- rendesse comunque conto di una virata del grande Recanatese fin troppo evidente, sfogliando le pagine del suo unico, supremo libro poetico: alludo naturalmente alla giustapposizione diretta, quasi traumatica fra IL SABATO DEL VILLAGGIO e IL PENSIERO DOMINANTE (laddove in quest’ultimo canto prende vigorosamente le mosse una poetica scabra, animata da fulminei raccordi sintattici e tale da trasmetterci il respiro di un uomo libero, innamorato e sprezzatore del suo tempo). In sostanza, senza indebite svalutazioni da parte mia, dovevo, come credo di aver fatto, comunicare a un pubblico attentissimo la grande emozione intellettuale che procura la fruizione critica e non soltanto estetica di una poesia capace di andare oltre i pur sommi “sovrumani/ silenzi”; facendosi un tutt’uno con un pensiero quanto mai acuto, profondo e attuale e capace, nella GINESTRA, di una proposta solidaristica spiazzante, fondata sulla consapevolezza del “basso stato e frale” ed espressa con stile poetico direi denotativo più che connotativo (sì da non prestare più il fianco ai fraintendimenti spiritualistico-riduttivi di crociana matrice che appagano tuttora le “anime belle” della poesia e che tanto comodo fanno ai potenti che, guarda caso, sono chiamati in causa nella prima strofe della GINESTRA (“Fur giardini e palagi,/ agli ozi de’ potenti/ gradito ospizio”). Infine, carissima Grazia, ben hai sottolineato il mio fervore in crescendo man mano che sentivo gorgogliare dentro di me la lava “scagliata al ciel profondo” dallo “sterminator Vesevo”…perché la GINESTRA, una volta che te la porti dentro ed è divenuta memoria involontaria e quotidiana, davvero ti fa sentire tutta la verità di quanto Leopardi stesso ha osservato in un memorabile passo dello Zibaldone (1823); laddove dice che la poesia “ci dee sommamente muovere ed agitare e non già lasciar l’animo in riposo e in calma”. E questo “commuovere gli affetti” (enunciato preciso incluso nel suddetto passo) che possa rendere migliori e più solidali gli umani che riflettono sulla leopardiana GINESTRA, a partire dallo scrivente! Un caro abbraccio.
E va bene, caro Andrea: non ho potuto! E, stando ai commenti, mi sono perso qualcosa! Ma la tua visione di poesia si rivela anche in questo tuo ultimo commento di risposta a Grazia, a difesa di una poesia viva, impegnata nel civile, a dispetto di quella poesia melensa e fine a se stessa dei cui frutti non sappiamo che farcene e che fa, come tu hai detto, tanto comodo ai potenti. Io ho riletto La Ginestra, e io, che non ho mai considerato il Leopardi un uomo dolce-melenso come una certa retorica ce lo aveva presentato, ho visto uno spirito lungimirante e lucidissimo nel descrivere il suo tempo! Altrochè dolcezza! ( Fermo restando che esisteva anche quella, ma solo al momento giusto). Il Poeta vero, in generale, credo possegga qualcosa di ‘primitivo’ , che gli permette di adoperare la sua arte come fosse un faro che non smette mai di illuminare l’Uomo nella sua essenza più pura, il suo inevitabile contrasto con la realtà e le sue radici. Roberto
Come ho avuto più volte modo di sottolineare, caro Roberto, quest’anno a Toffia l’occasione di un intervento su Leopardi era quanto mai ghiotta considerando la ricorrenza del centenario della nascita di un grande maestro quale Walter Binni, il cui nome è indissolubilmente legato all’ultima poetica leopardiana e alla Ginestra in particolare. Non ti nascondo lo sforzo da me compiuto (nonostante la consuetudine che dura da una vita con l’opera del grande Recanatese) nel cucire -come ho scritto a Grazia Gasparro- il Leopardi idillico con quello anti-idillico, in luogo di una giustapposizione troppo rigida e inevitabilmente schematica fra poetiche opposte. In realtà il Leopardi contemplativo getta luce su quello “sinfonico” e possente della Ginestra; come d’altronde quest’ultimo ci invita a ulteriori e meno mutilanti riflessioni sul primo: nel senso che si potrà ad esempio godere a questo punto più integralmente di un grande canto come la Quiete dopo la tempesta (laddove il “quadretto fiammingo” della prima strofe risulta già perfettamente fuso -nella sua apparente opposizione- con il resto della poesia, governato da un pensiero lucido e corrosivo seppur nutrito di quella pietas che fa grande la stagione poetica pisano-recanatese fra il 1828 e il 1830). Ma tornando all’ultimo Leopardi e alla formidabile Ginestra ecco che qui, come ha ben scritto Binni, ci troviamo di fronte a un testo poetico che “comanda” un nuovo atteggiamento della critica e soprattutto degli uomini-lettori, cui il Recanatese annuncia la sua scomoda novella: “E gli uomini vollero piuttosto le tenebre che la luce”, leggiamo in epigrafe al canto, nella ricreazione leopardiana del vangelo giovanneo, alimentata da una dura persuasione materialistica che nulla concede agli inganni dell’intelletto (ferma restando, per Leopardi, la liceità di quelli dell’immaginazione, come osserva nel Dialogo di Tristano e di un amico, straordinaria “operetta morale” nel vivo di quest’ultima poetica leopardiana). Mi ha interessato in conclusione caro Roberto il tuo accenno al “poeta primitivo”; in effetti quest’ultimo Leopardi a un passo dalla morte risulta assertore di un messaggio solidaristico senza generi di conforto per i fautori delle “magnifiche sorti e progressive” (e senza sbavature in chiave vuotamente estetizzante dal punto di vista stilistico). Pensare piuttosto di credere, ci ricorda il Leopardi scultoreo della Ginestra in modo per me (e non soltanto per me, ovviamente) indimenticabile. Un abbraccio
Carissimo Andrea,
da entusiasta del tuo ‘sentire’ posso immaginare le emozioni vibranti che hai scatenato negli animi di coloro che hanno potuto presenziare all’evento di Toffia… e le testimonianze lo confermano.
Non posso che rinnovarti la mia stima e la mia vicinanza artistica, da ‘allieva’, si intende…
Ti abbraccio forte!
Carissima Maria, dai, non esagerare…addirittura “allieva”! però il tuo intervento è davvero di grande sensibilità e dolcezza, e ti dico subito il perché, dal mio punto di vista. Conservo infatti il ricordo vivo di te fra tutti la più infiammata, la sera del 2 febbraio 2012 al termine della mia lettura interiore della GINESTRA (così come Novella Bellucci volle giustamente definire la mia recitazione a memoria di tale suprema poesia leopardiana). Potrai quindi comprendere bene la mia non lieve fatica del 16 agosto scorso a Toffia, dove non c’era la presenza sapiente della Bellucci ad introdurre, nel bel mezzo dei miei raccordi critici, i versi leopardiani da me recitati al pubblico, fino a quelli densissimi di alcune strofe della GINESTRA stessa…ma forse mi sbaglio, Maria: non c’era Novella Bellucci ma lo spirito aleggiante di Walter Binni sì, il 16 di agosto scorso…questo mi piace pensare, avendo inteso onorare da parte mia il grande maestro nel centenario della sua nascita. Sai? la biografia del grande critico perugino, LA PROTESTA DI WALTER BINNI, scritta dal figlio Lanfranco (a sua volta fine studioso e notevolissimo francesista) che ho avuto occasione di leggere recentemente, mi ha dischiuso in modo ancora più profondo tutto lo spessore di Walter Binni uomo, studioso illustre, personalità intransigente e combattiva, dal coerente impegno civile e politico. Un caro abbraccio
Caro Andrea, riaverti a Toffia dopo che ci hai regalato Caproni e Pasolini, questa volta con Leopardi, è stato come ritrovare i dribblings di Sandro Mazzola o leggere l’incipit di Cristo si è fermato a Eboli o nuotare nel mare di Sabaudia col Monte Circeo a sorvegliare che tutto funzioni.
La piazza del Bel Pensiero ha apprezzato il tuo eloquio, la tua competenza, la tua capacità di rinfrescare alla memoria gli studi scolastici, comunicandoci un poeta pieno di novità e intuizioni che a quel tempo ci erano sfuggite, così strepitoso nella sua grandezza e così originale nella tua esposizione.
Sono certo che sarai dei nostri anche il prossimo anno, posso sperare in Quasimodo?, e che le tue parole continueranno a rimbalzare, pure se ogni tanto interrotte dal vagabondare dei curiosi (ma che importa se ogni tanto c’era un sospiro!) sulle mura della mia casa e di quella di Paolina, l’anfitrione principe delle nostre serate.
Un abbraccio.
Filippo
Caro Filippo, benvenuto nel blog, innanzitutto! grazie a te per questo commento pieno di guizzi e fantasia che dà il senso di una comunicazione viva, non accademica, che ho cercato con un pubblico -ripeto- attentissimo e consapevole della grandezza di Leopardi, classico per eccellenza e dunque attualissimo. Accolgo volentieri il tuo invito per il prossimo anno, poiché (mi sbaglio?) una sorta di damnatio memoriae è caduta su Quasimodo, in qualche modo. Cosa c’è di meglio se non rileggere i grandi con occhi diversi, rispetto al passato? un abbraccio anche da parte mia.