“Viene il vento recando il suon dell’ora/ dalla torre del borgo…” (versi 50-1 de LE RICORDANZE): versi senza attrito, intermittenze del cuore ante litteram di Leopardi rispetto a Proust, non c’è che dire. Mia la foto scattata il 29 giugno dello scorso anno a Recanati, ad inquadrare per l’appunto la torre evocata dal poeta. Domani, in occasione della ricorrenza della nascita di Giacomo Leopardi (29 giugno 1798) mi troverò idealmente a Recanati. Visualizzando il link leopardiano del presente blog, si vedrà come quest’anno, nell’Aula Magna del Palazzo Comunale di Recanati, a parlare di Leopardi sarà Pier Vincenzo Mengaldo, Professore emerito dell’Università di Padova (con una conferenza dal titolo Leopardi, il classico). Al Centro Nazionale di Studi Leopardiani di Recanati va il mio più cordiale saluto, nel giorno della nascita del poeta a me profondamente caro.
Ti ringrazio caro Andrea per aver ricordato con tanto entusiasmo l’anniversario della nascita di Leopardi. E’ sempre un piacere poter riandare col pensiero ai versi eterni del nostro poeta e meditarli e rimeditarli nel loro senso più profondo….
Un abbraccio. Angiolina
Scusandomi innanzitutto con te, Angiolina, per non averti risposto tempestivamente, mi sento comunque di affermare che, nel mio breve articolo sulla ricorrenza leopardiana, c’è soltanto il mio ragionato amore per questo poeta-pensatore troppe volte gravemente frainteso in chiave spiritualistico-emotiva nel passato come nel nostro tempo. Troppo aguzzo il pensiero leopardiano per destare entusiasmo; e la purezza della sua poesia consola il lettore hic et nunc…fermo restando che l’ultimo Leopardi (quello formidabile della Ginestra, spiazza totalmente chi legge con un virile, combattivo pessimismo). Un abbraccio
Gentile Andrea, Leopardi è anche uno dei miei autori preferiti, sono lieta che tu lo rinnovelli in chiave emozionale molto approfondita, meditando con tanto entusiasmo i suoi versi immortali. Grazie, con vivi e cordiali sentimenti
Ninnj Di Stefano Busà
Gentile Ninnj, non posso che apprendere con piacere quanto mi hai scritto a proposito di Leopardi. Colgo anzi l’occasione per dirti che sto finendo di leggere La protesta di Walter Binni, biografia densa e interessante scritta dal figlio di Binni, Lanfranco, fine francesista che gentilmente mi ha inviato il libro in oggetto. Esattamente nel 1913 nasceva per l’appunto Walter Binni, cui dobbiamo, come ben sappiamo (1947), una svolta decisiva nella fruizione critica del Leopardi post-recanatese, fino all’approdo formidabile della Ginestra. E non a caso a Toffia (Rieti), il 16 agosto prossimo, nel borgo gemellato con Recanati, in occasione della X edizione della Mostra Itinerante POESIA IN LIBERTA‘, parlerò del seguente argomento: “Dalla contemplazione dell’INFINITO alla “immersione cosmica” della GINESTRA nei CANTI di Giacomo Leopardi“: in onore di Walter Binni, appunto; del grande critico perugino che a me come a molti ha trasmesso il fuoco implacato e sommamente critico-propositivo dell’ultimo Leopardi, superando l’angusta lettura “idillica” di crociana matrice e lo stesso grave fraintendimento della poesia leopardiana ascrivibile a un gigante come Francesco De Sanctis. E spero, cara Ninnj, di ripetere quest’anno, sempre in onore di Walter Binni, la recitazione a memoria della GiNESTRA che ho avuto modo di proporre al pubblico nel febbraio dello scorso anno a Roma, introdotto da Novella Bellucci, grandissima allieva dello studioso e poi (e attualmente) docente di prestigio presso la Sapienza di Roma. Un caro abbraccio da parte mia.
Auguri sinceri e vivissimi per i tuoi numerosi impegni agostani. Abbinare vacanze culturali a quelle distensive e fisiche è sempre un piacere dell’anima…Serena estate con cari saluti.
Ti ringrazio, cara Ninnj, e ricambio affettuosamente i tuoi auguri. Dopo aver parlato a Toffia negli anni passati di Saba, Pasolini e Caproni, non potevo quest’anno tirarmi indietro riguardo a Leopardi; in occasione del centenario della nascita di Walter Binni, l’illustre studioso cui dobbiamo (lo sappiamo bene) la fruizione critico-estetica dell’ultimo Leopardi, al di là dei pur sublimi Canti pisano-recanatesi del 1828-30. Un cordialissimo saluto da parte mia.