Quest’oggi intendo brevemente introdurre una “lettera eretica” dello scrittore Paolo Izzo, apparsa nell’edizione romana del CORRIERE DELLA SERA di sabato scorso, 10 novembre. Tale “lettera”, inerente alla statua di Giordano Bruno in Campo de’ Fiori a Roma, mi è molto piaciuta e, con l’assenso dell’autore, la presento quindi ai visitatori del blog. Paolo Izzo ( da me conosciuto di persona nel 2005, scrittore e attore dal talento poliedrico) è sulla Rete all’ indirizzo paoloizzo-wordpress.com. La foto qua sopra (non mia) in cui possiamo osservare il BIANCONE -bellissimo uccello predatore di cui mi sono già occupato nei mesi passati (vedi “archivi di febbraio” del presente blog)- mi è sembrata opportuna cornice visiva al mordente articolo di Paolo:
E così, dopo il dileggio, le torture, la lingua bucata da una punta di ferro e quel rogo finale che ancora dovrebbe carbonizzare le coscienze dei pronipoti dei suoi santi inquisitori, Giordano Bruno verrà messo anche in gabbia. Questa la decisione del I Municipio di Roma che, su proposta del Pdl e della devota Api, ha deliberato la costruzione di una cancellata intorno alla statua del filosofo nolano a Campo de’ Fiori. La scusa sarebbe quella di “proteggere” quel monumento dai giovinastri etilici che, di notte, si fronteggiano e vandalizzano la piazza senza che il sindaco e i suoi siano mai riusciti a placarli, ma che, in realtà, con Giordano Bruno non se la sono mai presa: al contrario, temono forse il suo sguardo eretico e lo rispettano, perché era di sicuro più “libero” di loro stessi. Non lo rispetta, invece, chi pensa di rinchiuderlo come uno scimmione allo zoo, alla mercè di tutti quei chierici, “li maggiori asini del mondo”, che passeranno di là per buttargli le noccioline, tronfi della loro consapevolezza che la fede in un dio vincerà sempre contro il libero pensiero di un essere umano.
Paolo Izzo
Mi congratulo vivamente con Paolo Izzo per la sua critica alle coscienze “acritiche” in cui tutto si sviluppa fuorché l’individualità morale.
A te un bravo per avene dato il meritato valore evidenziandolo.
Mirka
Grazie, Mirka. La “lettera” di Paolo Izzo, focalizzata su una figura come quella di Giordano Bruno, è un contributo schietto per l’esercizio del pensiero critico sempre in apnea nel Belpaese, per storia e tradizione. Un abbraccio
Carissimo Andrea, ho letto e apprezzato moltissimo la “lettera eretica” di Paolo Izzo, corredata dal tuo commento non meno opportuno e significativo. A mio parere, tuttavia, occorre distinguere nettamente tra la fede in quel dio (o meglio in quel divino) che spinge il pensiero dell’uomo a liberarsi delle proprie gabbie mentali, e la fede in quel dio diabolico che non ha alcunché di divino, in quanto costruito sul piano umano per ben definiti scopi di potere. Che Giordano Bruno abbia avuto fede è indiscutibile. Così come è indiscutibile che fu proprio la sua fede a condurlo verso quella libertà di pensiero che gli costò la vita. E’ storia vecchia… A Cristo – personaggio di indubbia fede – non accadde forse la stessa cosa? Una stretta di mano.
Carissimo Franco, quanto mai opportuno mi giunge questo tuo commento in merito alla “lettera eretica” di Paolo Izzo. Paolo si muove -diciamo così- in un contesto di militanza critica e non poco battagliera (come ricordo bene e come una visualizzazione anche sommaria del suo blog potrà certificare a chiunque); laddove, per quanto mi riguarda, non meno spazio e sensibilità ho assicurato allo scritto di Erri De Luca (il mese scorso) relativo al Poverello d’Assisi, pazzo da slegare, figura non dolciastra e non meno inquieta di Cristo e dello stesso Giordano Bruno a parer mio (che poi gli sia riuscito, a Francesco, di ottenere da Innocenzo III l’approvazione della prima regola orale della sua fraternitas, dalle mani di quello stesso papa che contemporaneamente sterminava gli Albigesi -mi riferisco naturalmente all’eresia catara- ebbene, ciò fu frutto della sua humiltate -parola che suggella le LAUDES CREATURARUM- e non certo di servilismo). Ecco, Francesco d’Assisi ci propone, credo, una giusta, sentita connessione con quel divino cui ti riferisci, Franco, e che lo stesso Giordano Bruno percepiva e sentiva problematicamente e filosoficamente quale “plurarità di mondi”…ben altra faccenda, ovviamente, le azioni nefaste di Santa Romana Chiesa di cui la storia trabocca. In ogni caso, in conclusione, questo tuo intervento come quello precedente di Mirka non fanno che comprovare l’opportunità della mia scelta nel proporre la “lettera” di Paolo Izzo, contributo valido circa l’esercizio del pensiero critico. Una stretta di mano anche da parte mia e un ringraziamento per la profonda incisività del tuo commento, Franco.
Carissimo Andrea,
il ‘libero arbitrio’ non credo sia inconciliabile con la fede e l’articolo che ci induci a leggere , con la consueta discrezione, ne è sottile testimonianza. Avere fede è una questione profonda, assoluta, irrazionale, svincolata dai dogmi e dai comportamenti bigotti.
Mi allineo al caro Franco nell’asserire che, a mio umile avviso, il ‘poverello di Assisi’, Gesù e molti altri portatori sani di autentica fede hanno pagato con la vita!
Ti ringrazio sempre per gli spunti di riflessione che ci offri e ti abbraccio.
Grazie, Maria, per questo tuo commento. Io penso semplicemente che i nomi grandi da te ricordati meno li “strattoniamo” per il nostri fini di parte, e meglio facciamo. Essi sono fonti preziose e incessanti di riflessioni per chi si trova onestamente in cammino. Un abbraccio